“L’ Anima Gemella viene da una vita passata” Brian Weiss

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Siamo esseri spirituali che ogni tanto vivono un’esperienza terrena e la nostra vera natura è l’anima.
A sostenerlo è uno dei massimi esperti mondiali di ipnosi regressiva che a maggio torna in Italia.
Quasi tutti sono convinti che esista un’unica anima gemella, una persona speciale e che quando finalmente la incontreranno vivranno per sempre, felici e contenti.
Per chi crede nella reincarnazione, l’anima gemella è qualcuno con cui si sono già condivise diverse vite. Nel suo libro “molte vite un solo amore” Brian Weiss, neurologo e psichiatra americano esperto di ipnosi regressiva, racconta la storia di due suoi pazienti, un uomo e una donna. Nonostante venissero da ambienti diversi e non si fossero mai incontrati sembravano condividere la stessa storia. Quando per caso s’incrociarono il riconoscimento non fu immediato, ma in seguito si ritrovarono e nacque un amore.

Non sempre però le cose sono così semplici: le anime gemelle possono perdersi di vista e anche se s’incontrano non è detto che si riconoscano. Inoltre, poiché tutti apparteniamo a gruppi di anime, la persona che in una vita precedente abbiamo amato potrebbe essere nostro figlio, un genitore e persino un nonno.

Il dottor Brian Weiss, Weiss, che da oltre trent’anni si occupa di reincarnazione ha studiato alla Columbia University per poi laurearsi a Yale. Vive e lavora a Miami, in Florida dove ha diretto per anni la Facoltà di Psichiatria del Mount Sinai Medical Center.
Le sue ricerche sulla reincarnazione sono iniziate nel 1980 quando una paziente iniziò a raccontare sotto ipnosi fatti che le erano accaduti in vite passate. Weiss, che a quel tempo non credeva nella reincarnazione, dopo aver confermato i racconti della paziente, si è convinto della sopravvivenza dell’anima dopo la morte e che l’uso della meditazione e dell’ipnosi regressiva possa aiutare a migliorare il presente e il futuro. Il suo percorso di ricerca è raccontato nei suoi molti libri, che hanno venduto milioni di copie nel mondo, e nei suoi seminari .
A cosa serve ricordare il passato, ricostruire le nostre vite precedenti?
Le vite che ricordiamo sono quelle importanti per questa incarnazione. Catherine, la mia prima paziente, ha ricordato solo 12 vite anche se ne ha avute molte di più. Quelle che le sono tornate alla memoria contenevano le lezioni che doveva imparare in questa vita. Le vite che ricordiamo non sono in sequenza perché nell’aldilà non c’è tempo.
Alcuni studiosi dicono che avvengono in modo parallelo. A mio parere sono nel passato, nel presente e nel futuro anche se devono servire per vivere meglio il presente che è l’unica cosa importante.
L’adesso è l’unico momento in cui possiamo godere della felicità.
Quale è secondo lei la nostra vera natura…
Il senso della vita?
La nostra vera natura è l’anima. Noi siamo esseri spirituali: non siamo il nostro corpo e nemmeno il nostro cervello. Ma siamo la coscienza che passa da corpo a corpo, da vita a vita. L’anima viene sulla terra e ha un corpo per imparare delle lezioni. Si tratta di lezioni di amore, di gentilezza, di compassione, di non pregiudizio. E noi apprendiamo tutte queste lezioni e imparandole alla fine ci laureiamo e non dobbiamo tornare più a scuola.
E cosa succede negli intervalli, quando l’anima lascia il corpo?
La nostra anima non muore ma continua ad imparare da un’altra parte, in cielo, in altre dimensioni. E poi ritorna sulla terra e nello stato fisico, per vedere se ha davvero imparato. E’ facile imparare le lezioni di amore, di compassione dall’altra parte ma quando torniamo in un corpo e veniamo messi alla prova, dai genitori dai figli possiamo manifestare questo amore?
Ecco, questa è la prova, la scuola.
Lei ha iniziato il suo lavoro sulla reincarnazione circa 30 anni fa e immagino che all’inizio la comunità scientifica, quella degli psicoterapeuti, sia stata molto ostile a questo tipo di studio, di esperienza. Cosa è cambiato in questi 30 anni? Come la vedono adesso?
Questo campo era nuovissimo. E all’inizio gli scienziati sono stati anche minacciosi con me. Mi hanno fatto esaminare dalla commissione medica. Negli ultimi trent’anni quello che è sostanzialmente cambiato è che con l’arrivo e con il successo, la diffusione di riviste, film, libri, programmi televisivi, Internet, ci sono molte più persone che sono consapevoli delle vite passate e della reincarnazione. E dato che c’è questo crescente interesse anche da parte dei clinici e degli scienziati queste cose vengono guardate con più attenzione, non le scartano a priori.
Quindi pensa ci possa essere una possibilità di connessione tra la psicologia e il lavoro che lei svolge…
Adesso anche in Occidente gli ipnoterapeuti lavorano sulle vite passate.
Questo non succedeva assolutamente negli anni ’80. In India, in Cina e Giappone vengono condotti tantissimi studi e indagini scientifiche su questa materia mi chiedo perché in Occidente non si accettano. Non si può scartare quella che è un’ottima ricerca sulle vite precedenti e sulla reincarnazione perché in Occidente non si crede in queste cose.
Gran parte delle terapie psicanalitiche tradizionali durano qualche anno. Dalla sua esperienza quando tempo ci vuole per esempio per superare una fobia utilizzando l’ipnosi regressiva?
Può bastare anche una volta sola. Per esempio, se si tratta di una fobia che produce un solo sintomo spesso basta un’unica seduta. Alle volte ci vuole di più…Dipende dalla situazione di partenza. Per esempio con la mia prima paziente ci volle tempo ma i sintomi severi iniziarono a scomparire man mano che lei ricordava episodi delle sue vite precedenti.
Il tipo di ipnosi che lei utilizza è diversa rispetto a quella usata normalmente dagli psicoterapeuti?
Regressione significa andare indietro nel tempo. E’ uno stato normale, non pericoloso. E’ la stessa tecnica che viene utilizzata normalmente in psicoterapia. In questo stato di concentrazione si torna indietro, all’infanzia, o anche in vite passate. Per ricordare traumi o eventi che causano sintomi nella vita attuale. E poi si ottiene la guarigione. La reincarnazione è la porta che ci mostra la realtà di una prospettiva più ampia. E il suo scopo è questo: aiutare il prossimo ad eliminare la paura della morte, rimuovere i dolori, sapendo che saremo tutti riuniti con i nostri cari o dall’altra parte o qui, nei corpi fisici.
Alla luce di ciò pensa che il discorso sulla reincarnazione come terapia di guarigione abbia possibilità di essere diffuso?
In realtà la scienza non è cambiata, sono cambiate le persone. Queste modalità di guarigione stanno entrando a far parte del patrimonio di conoscenza.
Oggi ci sono molte più persone open mind, disposte ad accettare a provare. E a livello clinico tutto questo funziona, che uno ci creda o no. I fatti sono lì da vedere.

Fonte: http://www.totalita.it

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