Rispondendo alle vostre domande:
Ci sono delle ferite più profonde che non si riesce ad uscirne?
Ci sono delle ferite più profonde che non si riesce ad uscirne?
In realtà non ci sono ferite più profonde o meno profonde, è un’illusione della mente.
Qualsiasi esperienza provoca un onda nel corpo e nella psiche. La durata dipende solo dal nostro atteggiamento mentale.
Se non abbiamo accettato che le cose siano andate così, non siamo stati disponibili a cedere, a farci travolgere dal dolore, si resta in un loop.
Spesso addirittura, ci rifiutiamo di vedere che l'evento, la relazione, era distruttiva per Noi stessi.
La mente riesce a nascondere il ricordo delle cose che non funzionavano nel rapporto o nell'evento aggrappandosi su un altare ben costruito.
Per questo si resta in un loop, o altre volte si ricrea l'evento o la relazione con persone diverse ma sempre distruttive.
In questi casi il dolore diventa una ragione di vita.
Se non abbiamo accettato che le cose siano andate così, non siamo stati disponibili a cedere, a farci travolgere dal dolore, si resta in un loop.
Spesso addirittura, ci rifiutiamo di vedere che l'evento, la relazione, era distruttiva per Noi stessi.
La mente riesce a nascondere il ricordo delle cose che non funzionavano nel rapporto o nell'evento aggrappandosi su un altare ben costruito.
Per questo si resta in un loop, o altre volte si ricrea l'evento o la relazione con persone diverse ma sempre distruttive.
In questi casi il dolore diventa una ragione di vita.
Quando il dolore arriva è meglio permettergli di prendere posto nei nostri pensieri, di occupare la mente totalmente. Solo così può compiere la purificazione e diventando una buona occasione di rinascita.
Cercate di capirmi, non dico di rimuginare sugli errori passati, sui rimpianti e sui rimorsi, questo è solo un loop, che è distruttivo.
MA di osservarsi mentre si vive, ciò che accade in noi stessi.
Cercate di capirmi, non dico di rimuginare sugli errori passati, sui rimpianti e sui rimorsi, questo è solo un loop, che è distruttivo.
MA di osservarsi mentre si vive, ciò che accade in noi stessi.
Una volta svolto il suo compito l'onda emozionale si scarica, in quell'istante è l'inizio per guardare ciò che ci piace. Iniziare anche da piccoli passaggi, a volerci bene in azioni costruttive.
Il secondo passaggio una volta che l'onda è passata, e di realizzare che è stata un esperienza per portare un nostro stato nascosto in superficie. Una ferita adolescenziale che era bloccata inconsciamente.
Cosi si realizza che l'evento ci ha portato a vivere e sbloccare un trauma che aveva dentro, che è giunto il momento di portarlo nel cuore, e lasciarlo andare.
Cosi si realizza che l'evento ci ha portato a vivere e sbloccare un trauma che aveva dentro, che è giunto il momento di portarlo nel cuore, e lasciarlo andare.
La terza è ultima fase e di amare ciò che è accaduto, poiché ci ha portato consapevolezza di Noi stessi.
G. Boccia