Pensieri... di G. Boccia



Perché sono importanti le relazioni?
La mia esperienza mi portato a vedere che a volte le parole non sono abbastanza, ed ecco che entrano in gioco i colori, la musica, i respiri...
Quella cosa che si chiamano "emozioni!"..
G. Boccia

Vedo un mondo che preferisce non sentire e poi viene travolto dalla forza delle loro emozioni..
Basterebbe cosi poco... a NON giudicarsi e viverle quelle emozioni!
G. Boccia



Per aprirsi al mondo esterno, agli altri.
Io credo che sia questo lo scopo della vita sia rendere le persone libere di dimenticare un po’ se stesse.
Di staccarsi dai bisogni.
Da ciò che ci ha ferito.
E trovare gli altri dentro di Noi.
Trovare il cuore...
G. Boccia


Felicità che intravvediamo in Noi.
Serve per misurare quanto buio c'è intorno.
G. Boccia



L'Amore non mi riesce di dare all'amore una colorazione intensa ...
alla fine sono solo parole...
Preferisco collegarlo ad un semplice "voglio"...
E a volte ma solo a volte è anche bello non sapere perché' " vogliamo "...
G. Boccia


Ognuno di noi cambia, muta, migliora o peggiora .
Dipende dalla Consapevolezza e dalla sensibilità individuale nel rapportarsi alla realtà .
La vita scorre a volte come un tumultuoso torrente, altre forma cascate pericolose, a volte si ferma in una pacata e calma ansa....
Ma resta sempre la nostra esperienza senza la quale il cuore sarebbe poco o nulla.
G. Boccia


Per quanto riguarda l'amore voglio dargli un'accezione romantica, 
non ha confini va al di lá del bene e del male..
G. Boccia


Mi piace guardare gli occhi...
Mi innamoro sempre degli occhi di alcune persone..
Mi perdo nei loro sguardi solo per un istante, per ritrovarmi in un sorriso.
Parlare con gli occhi, non ci sono mai errori...
Gli sguardi sono frasi perfette...
G. Boccia


nella mia follia, mi piace ricordargli al mio cuore:
"che è bello averti tra le mie parole, tra i miei pensieri, tra le mie burrasche e spazzi d'amore..."
G. Boccia

Rispondendo alle vostre domande: Ci sono delle ferite più profonde che non si riesce ad uscirne?


Rispondendo alle vostre domande:
Ci sono delle ferite più profonde che non si riesce ad uscirne?
In realtà non ci sono ferite più profonde o meno profonde, è un’illusione della mente.
Qualsiasi esperienza provoca un onda nel corpo e nella psiche. La durata dipende solo dal nostro atteggiamento mentale.
Se non abbiamo accettato che le cose siano andate così, non siamo stati disponibili a cedere, a farci travolgere dal dolore, si resta in un loop.
Spesso addirittura, ci rifiutiamo di vedere che l'evento, la relazione, era distruttiva per Noi stessi.
La mente riesce a nascondere il ricordo delle cose che non funzionavano nel rapporto o nell'evento aggrappandosi su un altare ben costruito.
Per questo si resta in un loop, o altre volte si ricrea l'evento o la relazione con persone diverse ma sempre distruttive.
In questi casi il dolore diventa una ragione di vita.
Quando il dolore arriva è meglio permettergli di prendere posto nei nostri pensieri, di occupare la mente totalmente. Solo così può compiere la purificazione e diventando una buona occasione di rinascita.
Cercate di capirmi, non dico di rimuginare sugli errori passati, sui rimpianti e sui rimorsi, questo è solo un loop, che è distruttivo.
MA di osservarsi mentre si vive, ciò che accade in noi stessi.
Una volta svolto il suo compito l'onda emozionale si scarica, in quell'istante è l'inizio per guardare ciò che ci piace. Iniziare anche da piccoli passaggi, a volerci bene in azioni costruttive.
Il secondo passaggio una volta che l'onda è passata, e di realizzare che è stata un esperienza per portare un nostro stato nascosto in superficie. Una ferita adolescenziale che era bloccata inconsciamente.
Cosi si realizza che l'evento ci ha portato a vivere e sbloccare un trauma che aveva dentro, che è giunto il momento di portarlo nel cuore, e lasciarlo andare.
La terza è ultima fase e di amare ciò che è accaduto, poiché ci ha portato consapevolezza di Noi stessi.
G. Boccia

Il “muscolo dell’ Anima” potrebbe essere la causa delle tue ansie e paure

L’ ileo-psoas è un muscolo potente e spesso viene indicato come il centro più profondo o, come afferma la regista e terapista yoga Danielle Olson, il “muscolo dell’Anima”. Questo muscolo stabilizzatore, situato vicino all’osso dell’anca, influisce sulla mobilità, l’equilibrio strutturale, la funzione dei legamenti, la flessibilità e molto altro. Oltre a queste funzioni che aiutano a mantenere il corpo eretto e in movimento, l’ileo-psoas ti permette di essere connesso con il momento presente, specialmente quando è disteso e le tesioni sono scaricate dal corpo.
La ricerca indica che l’ileo-psoas è vitale per il nostro benessere psicologico oltre che per la nostra salute strutturale. Liz Koch, autrice del libro Il Libro dello Psoas afferma che questo muscolo “letteralmente incarna il nostro desiderio più profondo per la sopravvivenza e, a un livello ancora più profondo, il nostro naturale bisogno di prosperare”.
È possibile migliorare notevolmente la nostra salute fisica mentale preoccupandoci di mantenere l’ileo-psoas il più possibile disteso e in salute.


L’Ileo-psoas è il muscolo principale associato con la stabilità fisica. Si allunga dalle gambe fino alla spina dorsale ed è l’unico muscolo a collegarle. Esso si estende dalla vertebra T12, scende lungo le cinque vertebre lombari, prima di attaccarsi all’inizio del femore.
Dove si trova l’ ileo-psoas?

Oltre a essere collegato alle gambe e alla spina dorsale, l’ileo-psoas è connesso anche al diaframma. Il respiro è modulato dal diaframma, che è anche la sede dove si manifestano molti sintomi fisici associati con la paura e l’ansia. Koch crede che sia dovuto al legame diretto con l’ileo-psoas e con la parte più antica del nostro tronco cerebrale e del midollo spinale : il cervello rettiliano.
Secondo Koch“Molto prima che il linguaggio o la capacità organizzativa delle corteccia si sviluppasse, il cervello rettiliano, conosciuto per il suo istinto di sopravvivenza, ha mantenuto il nostro centro essenziale in funzionamento”. Il modo in cui viviamo oggi, costantemente di fretta, in competizione e rivolti al successo a ogni costo, mette il muscolo psoas in un costante stato di allerta (“fight or flight” in inglese).


Proprio a causa di questo costante stato di allerta il muscolo Psoas è stressato e teso, più o meno dalla nascita. Come nota Koch
 “questa situazione è esacerbata da molte cause nella nostra vita moderna, dai sedili delle auto ai vestiti troppo trestti, dalle sedie alle scarpe che spostano tutta la nostra postura, limitano i nostri movimenti naturali e quindi comprimono l’ ileo- psoas”.Questo stress cronico causato al suddetto muscolo può causare molti problemi, come dolori alla schiena, ai fianchi o alle ginocchia fino a problemi digestivi e disfunzioni respiratorie. Può essere anche il motivo del perché molte persone soffrono di dolori fisici cronici.Problemi collegati con lo stress cronico dell’ Ileo-Psoas

Il corpo fisico non è l’unica parte che soffre a causa dello stress dell’ ileo-psoas, che è molto più di un semplice muscolo deputato alla stabilità strutturale. Esso influenza ogni elemento della nostra vita, da come ci sentiamo a come guardiamo il mondo e anche come trattiamo gli altri. Una varietà di problemi sono stati associati con uno stress cronico dell’Ileo-Psoas: può avere un effetto negativo sul tuo stato emotivo, avere un impatto sulle relazioni interpersonali e influenzare il tuo appagamento generale nella vita. La consapevolezza che questo muscolo debba essere rilassato e sano è importante per il vostro benessere emotivo, tanto quanto quello fisico.
Sia che tu soffra di mal di schiena o di ansia, di tensione alle ginocchia o spossatezza, c’è una buona possibilità che l’ ileo-psoas contratto stia contribuendo ai tuoi dolori.

Paura e Psoas

La paura è un’emozione che si manifesta nei modi più strani e può “bloccarsi” nel corpo, causando tensioni sia fisiche e che emozionali.
Ristabilendo l’equilibrio del muscolo ileo-psoas è probabile che tu riesca a sciogliere queste tensioni represse. Questo può avere un profondo effetto sul rilascio di paure infondate nella vita, migliorando il benessere fisico ed emotivo. Oltre ad avere meno dolori e tensioni muscolari sentirai un grande senso di pace.

Saggezza Antica per Tempi Moderni

Lo Yoga ci mostra esplicitamente come gli antichi maestri avessero compreso l’importanza di rilassare il muscolo psoas contratto. Le posizioni Yoga (asana), praticato ovunque nel mondo, puntano a rilassare e allungare questo importante muscolo, donando un nuovo benessere ed equilibrio all’intero corpo. Con una pratica costante potrai ottnere immensi benefici a lungo termine.
Lo Yoga è anche un buon modo per scoprire l’attuale situazione dell’ Ileo-Psoas. Ci sono alcune posizioni, come quella dell’albero (Vrksasana), che non possono essere praticate correttamente se questo muscolo è contratto. Se stai praticando un’ asana in piedi o da seduto e senti tensione nelle ginocchia o nella zona lombare o in entrambi c’è una buona possibilità che il tuo ileo-psoas sia contratto e abbia bisogno della tua attenzione.

IL FILM SAMSARA


NASCITA, MORTE, RINASCITA, UN CICLO: IL FILM SAMSARA

Toglie il fiato, trasporta nel ciclo immenso della nascita, della vita e della morte. Samsara è un film di 102 minuti senza parole, solo musica, girato in 25 paesi per 5 anni. Un capolavoro che rende umani tra gli uomini.

Nascita, morte, rinascita, un ciclo: il film Samsara
Samsara è una parola che in sanscrito significa “l’inarrestabile ciclo della vita” ed è il punto di partenza dei due autori di questo film, girato in cinque anni in 25 paesi. Il regista Ron Fricke e il produttore Mark Magidson sono riusciti a condensare in 102 minuti di immagini e musica la suggestione e l’immensità di terre sacre ma anche le tragedie nelle zone dove si sono consumati disastri ambientali, la velocità e la schizofrenia del consumismo e della produzione intensiva per un pianeta “intensivo”, così come le meraviglie naturali di luoghi incontaminati. Quello che Samsara fa è esplorare le meraviglie del nostro mondo, dal mondano al miracoloso, toccando le profondità della spiritualità umana e raffigurando le esperienze tradotte nella realtà materiale. Più che un documentario, Samsara funzione come una meditazione guidata, rivela le essenze, ci illumina sul legame tra l’umanità e la natura, ci mostra il ciclo della vita e della morte nella sua meraviglia così come nella sua crudeltà, prova a raccontare il ritmo di un pianeta ma anche il ritmo degli uomini che lo abitano.
Notevoli anche le immagini sulla produzione industriale del cibo, che mostrano fasi e luoghi che solitamente rimangono nascosti, come la fabbrica danese che utilizza un bizzarro quanto sconvolgente veicolo per rastrellare i polli negli allevamenti mandandoli alla lavorazione. Poi si vedono le linee automatizzate a Changchun in Cina dove lavorano migliaia di operai per ripulire le carcasse e ancora migliaia di operai cinesi su linee di assemblaggio. E ancora le immagini di dozzine di mucche a Fresno in California bloccate con un giogo di metallo su una struttura rotante, obbligate a mangiare in continuazione. Immagini sono state girate anche sull’isola di Java in Indonesia in una isolata miniera di zolfo dove i minatori si arrampicano su sentieri ai bordi di un vulcano e portano ceste sulle spalle piene del minerale. Poi ancora a Manila  dove folle di persone, giovani e vecchi, si accalcano sui detriti per cercare qualcosa di valore da raccattare. Samsara racconta anche la “fabbrica città” del sud est della Cina, l’EUPA, che impiega 17mila lavoratori. E' come leggere e ascoltare uno spartito perfetto.
Un’esperienza da fare. Il film si può anche acquistare sul sito ufficiale.

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