capire se qualcuno sta mentendo


Noah Zanden spiega in un TED Talk come capire se chi parla o comunica con voi vi sta mentendo, e cita l’esempio di persone famose che hanno notoriamente mentito, da Bill Clinton a Reagan a Lance Armstrong. Il suo discorso si sviluppa in quattro punti, sui quattro comportamenti linguistici che accomunano chi mente:
1. I bugiardi si riferiscono poco a se stessi, quando mentono. Parlano di più degli altri, spesso usando la terza persona o raccontando le cose in modo impersonale per distanziarsi e dissociarsi dalla loro bugia («In quella casa non è stata organizzata nessuna festa»)
2. I bugiardi tendono a essere più negativi, perché a livello subconscio si sentono in colpa a mentire. («Mi è morto il telefono, funziona da schifo, lo odio.»)
3. I bugiardi tendono a dare spiegazioni semplici perché gestire una storia complessa (se inventata) è molto più difficile.
4. I bugiardi tendono a usare una struttura involuta mentre raccontano: periodi con molte subordinate, non lineari.
(Sottotitoli in italiano da attivare)

Ci vuole un tocco delicato per sfiorare chi soffre... ci vuole una forte presa per poterlo aiutare!



Ci vuole un tocco delicato per sfiorare chi soffre...


ci vuole una forte presa per poterlo aiutare!

Pensieri... di G. Boccia



Perché sono importanti le relazioni?
La mia esperienza mi portato a vedere che a volte le parole non sono abbastanza, ed ecco che entrano in gioco i colori, la musica, i respiri...
Quella cosa che si chiamano "emozioni!"..
G. Boccia

Vedo un mondo che preferisce non sentire e poi viene travolto dalla forza delle loro emozioni..
Basterebbe cosi poco... a NON giudicarsi e viverle quelle emozioni!
G. Boccia



Per aprirsi al mondo esterno, agli altri.
Io credo che sia questo lo scopo della vita sia rendere le persone libere di dimenticare un po’ se stesse.
Di staccarsi dai bisogni.
Da ciò che ci ha ferito.
E trovare gli altri dentro di Noi.
Trovare il cuore...
G. Boccia


Felicità che intravvediamo in Noi.
Serve per misurare quanto buio c'è intorno.
G. Boccia



L'Amore non mi riesce di dare all'amore una colorazione intensa ...
alla fine sono solo parole...
Preferisco collegarlo ad un semplice "voglio"...
E a volte ma solo a volte è anche bello non sapere perché' " vogliamo "...
G. Boccia


Ognuno di noi cambia, muta, migliora o peggiora .
Dipende dalla Consapevolezza e dalla sensibilità individuale nel rapportarsi alla realtà .
La vita scorre a volte come un tumultuoso torrente, altre forma cascate pericolose, a volte si ferma in una pacata e calma ansa....
Ma resta sempre la nostra esperienza senza la quale il cuore sarebbe poco o nulla.
G. Boccia


Per quanto riguarda l'amore voglio dargli un'accezione romantica, 
non ha confini va al di lá del bene e del male..
G. Boccia


Mi piace guardare gli occhi...
Mi innamoro sempre degli occhi di alcune persone..
Mi perdo nei loro sguardi solo per un istante, per ritrovarmi in un sorriso.
Parlare con gli occhi, non ci sono mai errori...
Gli sguardi sono frasi perfette...
G. Boccia


nella mia follia, mi piace ricordargli al mio cuore:
"che è bello averti tra le mie parole, tra i miei pensieri, tra le mie burrasche e spazzi d'amore..."
G. Boccia

Rispondendo alle vostre domande: Ci sono delle ferite più profonde che non si riesce ad uscirne?


Rispondendo alle vostre domande:
Ci sono delle ferite più profonde che non si riesce ad uscirne?
In realtà non ci sono ferite più profonde o meno profonde, è un’illusione della mente.
Qualsiasi esperienza provoca un onda nel corpo e nella psiche. La durata dipende solo dal nostro atteggiamento mentale.
Se non abbiamo accettato che le cose siano andate così, non siamo stati disponibili a cedere, a farci travolgere dal dolore, si resta in un loop.
Spesso addirittura, ci rifiutiamo di vedere che l'evento, la relazione, era distruttiva per Noi stessi.
La mente riesce a nascondere il ricordo delle cose che non funzionavano nel rapporto o nell'evento aggrappandosi su un altare ben costruito.
Per questo si resta in un loop, o altre volte si ricrea l'evento o la relazione con persone diverse ma sempre distruttive.
In questi casi il dolore diventa una ragione di vita.
Quando il dolore arriva è meglio permettergli di prendere posto nei nostri pensieri, di occupare la mente totalmente. Solo così può compiere la purificazione e diventando una buona occasione di rinascita.
Cercate di capirmi, non dico di rimuginare sugli errori passati, sui rimpianti e sui rimorsi, questo è solo un loop, che è distruttivo.
MA di osservarsi mentre si vive, ciò che accade in noi stessi.
Una volta svolto il suo compito l'onda emozionale si scarica, in quell'istante è l'inizio per guardare ciò che ci piace. Iniziare anche da piccoli passaggi, a volerci bene in azioni costruttive.
Il secondo passaggio una volta che l'onda è passata, e di realizzare che è stata un esperienza per portare un nostro stato nascosto in superficie. Una ferita adolescenziale che era bloccata inconsciamente.
Cosi si realizza che l'evento ci ha portato a vivere e sbloccare un trauma che aveva dentro, che è giunto il momento di portarlo nel cuore, e lasciarlo andare.
La terza è ultima fase e di amare ciò che è accaduto, poiché ci ha portato consapevolezza di Noi stessi.
G. Boccia
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