I nostri pensieri influenzati dall’acqua


L’acqua è dotata di memoria ed è influenzata dai nostri pensieri, a dirlo è la scienza

Di quanto l’acqua sia importante per la nostra vita e più in generale per la sopravvivenza dell’intero pianeta ne siamo ben consapevoli, ma la scienza non smette mai di stupirci grazie a scoperte che hanno dell’incredibile. Da qualche tempo a questa parte si parla molto della cosiddetta “memoria dell’acqua”, ovvero la presunta proprietà dell’acqua di serbare ricordo delle sostanze in essa disciolte o diluite.
A proporre per primo tale concetto fu l’immunologo francese Jacques Benveniste, che nel 1988 ne parlò addirittura sulla famosa rivista “Nature”: lo scopo era dimostrare l’efficacia dei rimedi omeopatici. Dopo qualche tempo la stessa rivista bocciò la scoperta definendola un falso, ma il caso continuò a far parlare di sé stimolando altri scienziati ad approfondire la teoria , fra cui il premio Nobel per la medicina Luc Montagnier.
Secondo gli studi condotti dai “successori” di Benveniste l’acqua agirebbe sia come recettore, poiché in grado di memorizzare frequenze d’onda, che come trasmettitore, ovvero riuscirebbe a trasmettere quelle stesse frequenze. L’emissione di onde a bassa frequenza venne confermata da Luc Montagnier in seguito a una serie di esperimenti.
Il giapponese Masaru Emoto, saggista ed esperto di medicina alternativa, si spinse oltre sostenendo che la coscienza umana fosse in grado di modificare la struttura molecolare dell’acqua. Nei suoi libri, Emoto illustra la scoperta con fotografie di cristalli di acqua esposti a variabili diverse (per esempio preghiere, musica di vario tipo, parole gentili o negative ecc.), in seguito congelati in modo tale da formare delle strutture cristalline. Le strutture cristalline immortalate risultano armoniche e simmetriche se sottoposte a stimoli positivi (per esempio parole d’amore, musica classica), informi e caotiche se sottoposte a stimoli negativi (per esempio programmi tv violenti, parole spiacevoli).
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Il ricercatore sviluppò anche un test per verificare l’interazione fra memoria dell’acqua e musica, dimostrando che quest’ultima è in grado di energizzarla: se l’Heavy Metal determinava infatti una struttura cristallina disorganizzata, la sinfonia n° 40 di Mozart dava vita a una meravigliosa forma geometrica. Scoperta che darebbe ulteriore credito alla musicoterapia e alla sua efficacia su pazienti affetti da qualche forma di ritardo mentale o disordini cerebrali di varia tipologia.
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E’ facile intuire che, se tutto ciò venisse un giorno dimostrato dalla scienza ufficiale, dovremmo rivalutare l’importanza della preghiera, della meditazione e dei nostri stessi pensieri, parole, gesti quali strumenti di manipolazione della realtà circostante. Positività mentale ed emotiva equivale, secondo tale ottica, a un mondo più giusto, negatività comporta inevitabilmente distruzione e caos.
Masaru Emoto e la memoria dell’acqua
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Masaru Emoro nacque in Giappone nel 1943, dopo la laurea all’Università municipale di Yokohama conseguì il dottorato in medicina alternativa presso l’Open International University. Il suo interesse per i misteri dell’acqua lo portò ben presto a concepire una curiosa teoria sull’argomento: come premesso, egli riteneva che l’acqua fosse influenzata dai pensieri umani e per dimostrarlo documentò  gli esperimenti con foto al microscopio.
Le energie positive, siano essere provenienti da pensieri, musica, scritte, inducono il cristallo d’acqua ad organizzarsi in modo armonico (Emoro lavora con acqua al di sotto dei -4 °C), le energie negative al contrario determinano una struttura caotica. Armonia comporta ottimizzazione dei processi cellulari della vita, disarmonia esattamente il contrario.
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Emoto eseguì lo stesso esperimento con campioni d’acqua da rubinetto provenienti da diverse città del mondo: le fotografie dimostrarono che alcune acque faticavano addirittura a cristallizzarsi in modo corretto (queste erano le acque più inquinate e meno salutari), altre, per esempio quelle di alcuni ghiacciai e sorgenti naturali, si organizzavano in forme armoniose, particolarmente gradevoli allo sguardo.
Emoto morì nel 2014 lasciandoci un’eredità formidabile, fra cui l’IHM general Research Institute, l’organizzazione mondiale no-profit “Acqua internazionale per la vita” e molti libri sull’argomento, tradotti in venti lingue. Tra i titoli più celebri si annoverano “La Coscienza dell’acqua”, “Le carte dei cristalli d’acqua”, “L’acqua che guarisce”.
Le incredibili scoperte del Dr. Bernard Grad

Ad interessarsi alle proprietà sottili dell’acqua fu anche il Dr. Bernard Graddell’Università McGill di Montreal. Il suo esperimento più famoso fu quello dei semi di orzo in acqua salata, il cui scopo era verificare se i guaritori psichici fossero in grado di esercitare degli effetti concreti sui propri pazienti, che trascendessero l’aspetto carismatico.
Grad mise dei semi di orzo in un contenitore con acqua salata (il sale ritarda la crescita) e altri semi in un contenitore con acqua non salata. Nessuno era a conoscenza dell’identità dei due contenitori ad eccezione di Grad. Il ricercatore fece imporre le mani dei guaritori sul contenitore con acqua salata, successivamente i semi in esso contenuti vennero inseriti in un’incubatrice per seguirne, passo passo, le fasi di crescita.
I semi “toccati” dal guaritore, nonostante la presenza del sale, crebbero prima degli altri. Stesso risultato venne conseguito quando i semi furono piantati nel terreno. L’esperimento venne svolto più volte e i risultati furono identici. Il ricercatore fece ripetere l’operazione a pazienti psichiatrici e ne conseguì un risultato esattamente opposto: i semi crescevano più lentamente. A dimostrazione che l’acqua può quindi caricarsi a livello energetico, memorizzando energie sia positive che negative.
La memoria dell’acqua dimostrerebbe l’efficacia dell’omeopatia
omeopatia
Se l’acqua fosse davvero dotata di memoria e influenzata dal pensiero e dalle energie di varia tipologia, ecco che le teorie omeopatiche troverebbero finalmente una spiegazione concreta. Nei preparati omeopatici il principio attivo impiegato viene infatti sciolto in acqua a diluizioni tali da perdere ogni presenza di molecole del principio attivo stesso. Solo se l’acqua memorizza tali informazioni l’omeopatia ha un senso.
Inoltre i vari disturbi vengono curati con sostanze di natura simile e non di natura opposta, come accade nell'allopatia. Se soffro di intossicazione a una data sostanza, l’omeopatia mi somministra la stessa sostanza diluita in acqua ma in dose molto ridotta. L’efficacia di tale metodo dipenderebbe quindi dalla capacità dell’acqua di memorizzare le sostanze con cui viene in contatto, privilegiando le molecole simili.

Unione sacra - ponte per l'Infinito (filmato)



Unione sacra - ponte per l'Infinito


testo tratto dal libro "La profezia della curandera" di H.H.Mamani, che mette in evidenza l'importanza dell'energia sessuale e la totale fusione di energia maschile e femminile nell'evoluzione spirituale.

Guarda il video premendo play




Lui le dona tutto il suo cuore e guardate poi cosa succede.



Il corto animato che vi farà riflettere, premi play per guardarlo:

Il breve film  spiega il sentimento più complicato che ci sia, senza usare neanche una parola…


Narra la storia di una coppia ordinaria: quando il ragazzo dona alla sua amata una sfera proveniente direttamente dal suo petto, lei non riesce più a separarsene, nemmeno quando si lasceranno.

Per risollevare l’animo del giovane c’è bisogno dell’intervento di qualcuno…


The Gift “Il Dono: Un cortometraggio che ha vinto 15 premi nel mondo:
-Best Animation and Best in Event, Sound & Image Challenge 2014. Macau, China.
-Adult Jury Prize and Kid’s Jury Prize, YoungAbout international film festival 2014. Bologna, Italy.
-Audience award, Innersound international new arts festival. Bucarest, Rumania.
-Best script, Curtmiratges festival, Barcelona, Spain. Finalist “Jury prize” y “Best music”.
-Best animated shortfilm. FECLAC 2013. Santiago, Chile.
-Best animated shortfilm. Mecal Chile 2013. Santiago, Chile.
-Mention animated shortfilm. Unframe festival 2013, La rioja, Argentina.
-Special mention. Libélula Fest 2013. Barcelona, Spain.
-Honorable mention. Fam Fest 2014. South Carolina, EEUU.
-Special Mention, V Festival de Cine: Infancia y Adolescencia “Ciudad de Bogotá” 2014, Bogotá, Colombia.
Selezionato in più di 80 international festivals, tra i quali Animamundi (Brasil), Animpact (South Korea), CutOut Fest (México), Busan (South Korea), Mar del Plata Film Festival (Argentina) and Siggraph Asia.
Prodotto da Cecilia Baeriswyl e diretto da Julio Pot

Inside Out spiegato dallo psicologo









Come trasformare le emozioni in un film: Inside Out spiegato dallo psicologo

Per il suo ultimo film sulle emozioni, la Disney-Pixar ha chiamato in causa il Greater Good Science Center dell’Università di Berkeley. Il fondatore del Centro racconta: “C’è della scienza dietro a quei personaggi” 

In Italia è arrivato ufficialmente il 16 settembre, l’ultimo film della Disney Pixar si chiama Inside Out e non racconta la solita storia: 
i protagonisti sono le emozioni di un’adolescente che affronta un trasferimento con la famiglia dal Minnesota a San Francisco: Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto, Paura. 

Il film rappresenta la mente umana e tutto ciò che succede quando, semplicemente, viviamo. Per realizzarlo, il regista Pete Docter (che ha già firmato Toy Story, Up!, Monsters&co) cinque anni fa ha chiamato Dacher Keltner, fondatore del Greater Good Science Center dell’Università di Berkeley, in California, dove si studiano la psicologia e neuroscienze. 

Il professore Keltner ha dato una risposta a domande del tipo: 
com’è la vita emotiva di una ragazzina di 11 anni? 
Che ruolo hanno le emozioni nel flusso di coscienza? 
Come influiscono sulla memoria? 

Rappresentare la mente e le emozioni sotto forma di personaggi non era facile. Ma a giudicare dall’enorme successo che Inside Out ha avuto nei paesi dove è stato distribuito e al Festival di Cannes, dove è stato presentato lo scorso maggio, la Pixar ci è riuscita.

L’adolescenza si porta via alcuni sentimenti

La bambina del film si chiama Riley ed ha 11 anni. “Ci sono studi secondo cui le emozioni positive diminuiscono da questa età” ha affermato lo psicologo Keltner in questo suo articolo per il New York Times
Per questo, nel film, Gioia e Tristezza, a un certo punto, si allontanano dalle altre emozioni: sembra che durante l’adolescenza la capacità di provare empatia diminuisca, e prevalga l’incertezza. La personalità di Riley è dominata da Gioia: “Ognuno di noi ha un’emozione dominante che definisce la nostra personalità” continua lo psicologo, “ma la vera protagonista del film è Tristezza, perché il film parla dell’allontanamento e della perdita” (degli amici di un tempo, e dell’infanzia).

Come si rappresentano le emozioni?

Il film rappresenta bene due aspetti della sfera emozionale. Secondo lo psicologo, in primo luogo le emozioni organizzano, invece che sconvolgere, il pensiero razionale. “Tradizionalmente si pensa che le emozioni siano nemiche della razionalità, ma la verità è che esse guidano la nostra percezione del mondo e i nostri ricordi del passato, e perfino il nostro giudizio morale rispetto a ciò che è giusto o sbagliato”. Tristezza pian piano prende il controllo della mente di Riley e influenza anche le memorie del passato: “Secondo alcuni studi, le nostre emozioni del presente influiscono anche sui ricordi passati. Questo aspetto è molto importante nel film, perché guida Riley a riconoscere i cambiamenti che sta attraversando e quindi a prepararla a sviluppare nuovi aspetti della sua identità”.

Le emozioni guidano la nostra vita sociale


“In secondo luogo le emozioni organizzano la nostra vita sociale. 
Le emozioni strutturano le nostre relazioni interpersonali, come l’attaccamento tra genitori e figli o la concorrenza tra rivali”. 
E, indovinate un po? 
A smuovere le coscienze, a provocare le rivolte collettive per rimediare alle ingiustizie non sarebbe il senso morale, bensì la rabbia: quando siamo arrabbiati siamo più sensibili rispetto ai torti che ci vengono fatti, e la rabbia ci spinge a compiere azioni per cambiare le cose. 
La Tristezza, spesso considerata per aspetti come l’inattività e la passività, è in realtà il motore che unisce le persone che stanno rispondendo a una perdita: sarà lei a far tornare Riley dai suoi genitori. “Inside Out offre un nuovo approccio alla Tristezza – conclude Keltner – è lei che chiarifica, che fa capire cosa è andato perduto (in questo caso l’infanzia) e che muove tutta la famiglia verso nuove identità”.



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