La paura di Amare, di vivere l'Attimo...


La paura di Amare, di vivere l'Attimo...
Da numerosi studi di psicologia emerge che sono le figure genitoriali, o chi per loro, a tracciare le modalità con cui poi una volta adulti si risponde all'amore.
Se un genitore o chi per lui, non esprime correttamente i suoi sentimenti oppure non riconosce quelli di suo figlio si creare una grossa confusione dal punto di vista affettivo(karma famigliare).
é a causa di questa confusione che creiamo una divisione interiore, il bambino interiore si divide, creando delle maschere, una maschera porta a nascondere i sentimenti o a negare tutto un vissuto emotivo, affettivo, che una volta adulti diventa una caratteristica.
Contro la paura di dare e ricever amore, si può agire a diversi livelli, Innanzitutto con la consapevolezza che ciò che percepiamo sono emozioni registrate nell'infanzia e NON una realtà oggettiva dell'istante!
Noi vibriamo ogni istante su delle basi emozionali già registrate in Noi(karma famigliare, karma societario), per questo è importante soffermarsi nel respiro, dove possiamo accorgersi che l'azione esterna è solo uno specchio di ciò che abbiamo registrato in Noi, quindi una illusione!
Se entriamo in una relazione con questa consapevolezza, una volta che entrate dentro l’amore, nell'Attimo della relazione, la paura si rivela l’illusione che è sempre stata, e l’amore è tutto ciò che resta...
G. Boccia

L'amore...


L'amore non è un'emozione, un bisogno, l'amore... è un Tuo attimo di esistenza.
l'ATTIMO è uno spazio tra la gioia e il rimpianto, tra il demone e l'angelo in Te, quello spazio è la vita, li c'è l'amore.
Nel centro esatto dell'attimo, nel completo flusso del respiro, gli amanti creano uno spazio dove potranno amalgamarsi e fondersi.. 
Se gli attimi si susseguono, quello spazio comune diventa la vostra esistenza e il due diventerà uno.
Questo è l'amore la totale presenza nell'attimo, essere entrambi conduttori nel stare nel centro dell'attimo.

G. Boccia

Svegliarsi in piena notte e sorridere e ridere...
Guardando i miei anni vissuti e scoprire che ho vissuto più di quanto non ne abbia già vissuti.
Mi guardo e sorrido...
E mi parlo senza dir nulla.
Per te che sei nel mio cuore, ma non sei più nella mia vita, per me che ho vissuto ogni attimo più di quanto non ne abbia già vissuti, per tutti voi che hanno l'amore nel cuore, sorrido.. e rido.
Perché non ho più tempo di lacrime amare...
Non ho più tempo, che un attimo... 
Un'attimo d'Amore.
Un attimo è troppo raro per non viverlo pienamente.
Mi guardo e sorrido... nel mio attimo di vita vissuta tra di voi.

G. Boccia

La ricerca del radicamento


La ricerca del radicamento è uno dei processi che rappresentare uno degli aspetti più importanti della nostra vita.
Ogni individuo ha bisogno di avere un equilibrio per camminare, per restare eretti, per costruire una realtà.
Se non siamo in radicamento, non abbiamo una libertà reale(libero arbitrio) sufficienti per crescere. Ci si ritrova a vivere gli specchi interiori senza poterli controllare. Trovandosi in situazioni che provocano sempre gli stesi stati emozionali.
Molte persone sono indotte a credere che il radicamento siano i preconcetti societari, o religiosi, etc.,
Quasi sempre si definisce il nostro radicamento sulla base del raggiungimento: quando avrò una famiglia, quando avrò un lavoro, quando troverò casa, sarò radicato. Non è cosi, poiché ciò, sono solo condizionamenti.
Quindi l'attrazione sarà sempre la stessa, creando sempre gli stessi risvolti emozionali, sempre un tipo di relazione, o un tipo di lavoro, etc.
In alcuni insegnamenti portano a credere che il radicamento personale significhi rimanere immobili di fronte a qualsiasi tempesta, come se solo la solidità montagna fosse segno di equilibrio, ma anche qua errato poiché non viviamo l'emozioni che ci scorrono dentro.(dissociamento emozionale, o chiudere il punto del cuore)
In realtà radicamento è proprio come quando camminiamo, ad ogni passo si perde la stabilità e la si ritrova ad ogni passo.
Quindi il radicarsi significa provare l'emozione, e lasciarla fluire. Ma non essere condotti dall'emozione in azioni, o in reazioni.
Il radicarsi è sentire ciò che accade in noi, ma non ci lasciamo trasportare.
Essere, a prescindere l'emozione, l'evento che accade, il conduttore della propria vita.
G. Boccia
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