Unione sacra - ponte per l'Infinito (filmato)



Unione sacra - ponte per l'Infinito


testo tratto dal libro "La profezia della curandera" di H.H.Mamani, che mette in evidenza l'importanza dell'energia sessuale e la totale fusione di energia maschile e femminile nell'evoluzione spirituale.

Guarda il video premendo play




Lui le dona tutto il suo cuore e guardate poi cosa succede.



Il corto animato che vi farà riflettere, premi play per guardarlo:

Il breve film  spiega il sentimento più complicato che ci sia, senza usare neanche una parola…


Narra la storia di una coppia ordinaria: quando il ragazzo dona alla sua amata una sfera proveniente direttamente dal suo petto, lei non riesce più a separarsene, nemmeno quando si lasceranno.

Per risollevare l’animo del giovane c’è bisogno dell’intervento di qualcuno…


The Gift “Il Dono: Un cortometraggio che ha vinto 15 premi nel mondo:
-Best Animation and Best in Event, Sound & Image Challenge 2014. Macau, China.
-Adult Jury Prize and Kid’s Jury Prize, YoungAbout international film festival 2014. Bologna, Italy.
-Audience award, Innersound international new arts festival. Bucarest, Rumania.
-Best script, Curtmiratges festival, Barcelona, Spain. Finalist “Jury prize” y “Best music”.
-Best animated shortfilm. FECLAC 2013. Santiago, Chile.
-Best animated shortfilm. Mecal Chile 2013. Santiago, Chile.
-Mention animated shortfilm. Unframe festival 2013, La rioja, Argentina.
-Special mention. Libélula Fest 2013. Barcelona, Spain.
-Honorable mention. Fam Fest 2014. South Carolina, EEUU.
-Special Mention, V Festival de Cine: Infancia y Adolescencia “Ciudad de Bogotá” 2014, Bogotá, Colombia.
Selezionato in più di 80 international festivals, tra i quali Animamundi (Brasil), Animpact (South Korea), CutOut Fest (México), Busan (South Korea), Mar del Plata Film Festival (Argentina) and Siggraph Asia.
Prodotto da Cecilia Baeriswyl e diretto da Julio Pot

Inside Out spiegato dallo psicologo









Come trasformare le emozioni in un film: Inside Out spiegato dallo psicologo

Per il suo ultimo film sulle emozioni, la Disney-Pixar ha chiamato in causa il Greater Good Science Center dell’Università di Berkeley. Il fondatore del Centro racconta: “C’è della scienza dietro a quei personaggi” 

In Italia è arrivato ufficialmente il 16 settembre, l’ultimo film della Disney Pixar si chiama Inside Out e non racconta la solita storia: 
i protagonisti sono le emozioni di un’adolescente che affronta un trasferimento con la famiglia dal Minnesota a San Francisco: Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto, Paura. 

Il film rappresenta la mente umana e tutto ciò che succede quando, semplicemente, viviamo. Per realizzarlo, il regista Pete Docter (che ha già firmato Toy Story, Up!, Monsters&co) cinque anni fa ha chiamato Dacher Keltner, fondatore del Greater Good Science Center dell’Università di Berkeley, in California, dove si studiano la psicologia e neuroscienze. 

Il professore Keltner ha dato una risposta a domande del tipo: 
com’è la vita emotiva di una ragazzina di 11 anni? 
Che ruolo hanno le emozioni nel flusso di coscienza? 
Come influiscono sulla memoria? 

Rappresentare la mente e le emozioni sotto forma di personaggi non era facile. Ma a giudicare dall’enorme successo che Inside Out ha avuto nei paesi dove è stato distribuito e al Festival di Cannes, dove è stato presentato lo scorso maggio, la Pixar ci è riuscita.

L’adolescenza si porta via alcuni sentimenti

La bambina del film si chiama Riley ed ha 11 anni. “Ci sono studi secondo cui le emozioni positive diminuiscono da questa età” ha affermato lo psicologo Keltner in questo suo articolo per il New York Times
Per questo, nel film, Gioia e Tristezza, a un certo punto, si allontanano dalle altre emozioni: sembra che durante l’adolescenza la capacità di provare empatia diminuisca, e prevalga l’incertezza. La personalità di Riley è dominata da Gioia: “Ognuno di noi ha un’emozione dominante che definisce la nostra personalità” continua lo psicologo, “ma la vera protagonista del film è Tristezza, perché il film parla dell’allontanamento e della perdita” (degli amici di un tempo, e dell’infanzia).

Come si rappresentano le emozioni?

Il film rappresenta bene due aspetti della sfera emozionale. Secondo lo psicologo, in primo luogo le emozioni organizzano, invece che sconvolgere, il pensiero razionale. “Tradizionalmente si pensa che le emozioni siano nemiche della razionalità, ma la verità è che esse guidano la nostra percezione del mondo e i nostri ricordi del passato, e perfino il nostro giudizio morale rispetto a ciò che è giusto o sbagliato”. Tristezza pian piano prende il controllo della mente di Riley e influenza anche le memorie del passato: “Secondo alcuni studi, le nostre emozioni del presente influiscono anche sui ricordi passati. Questo aspetto è molto importante nel film, perché guida Riley a riconoscere i cambiamenti che sta attraversando e quindi a prepararla a sviluppare nuovi aspetti della sua identità”.

Le emozioni guidano la nostra vita sociale


“In secondo luogo le emozioni organizzano la nostra vita sociale. 
Le emozioni strutturano le nostre relazioni interpersonali, come l’attaccamento tra genitori e figli o la concorrenza tra rivali”. 
E, indovinate un po? 
A smuovere le coscienze, a provocare le rivolte collettive per rimediare alle ingiustizie non sarebbe il senso morale, bensì la rabbia: quando siamo arrabbiati siamo più sensibili rispetto ai torti che ci vengono fatti, e la rabbia ci spinge a compiere azioni per cambiare le cose. 
La Tristezza, spesso considerata per aspetti come l’inattività e la passività, è in realtà il motore che unisce le persone che stanno rispondendo a una perdita: sarà lei a far tornare Riley dai suoi genitori. “Inside Out offre un nuovo approccio alla Tristezza – conclude Keltner – è lei che chiarifica, che fa capire cosa è andato perduto (in questo caso l’infanzia) e che muove tutta la famiglia verso nuove identità”.



E' possibile lasciare andare?



E' possibile lasciare andare?
Per vivere in una condizione di benessere, essere conduttori della propria vita, si deve imparare a lasciare andare, situazioni o persone che non migliorano la qualità della nostra vita, o semplicemente lasciare libere persone e situazioni di poter andare via.
Apprendere il distacco e lasciare andare, vuol dire anche permettersi di lasciare i pensieri, situazioni e sentimenti. Di solito è difficile non afferrarsi alle cose, perché ci si abitua nell'infanzia che senza la protezione e il nutrimento dei genitori, non potremmo sopravvivere, cosi nasce il primo ATTACCAMENTO, BISOGNO, si sente più sicuro di fronte a ciò che conosce, e quando perde qualcosa a cui era abituato, compaiono il timore e l’incertezza.
La maggioranza delle relazioni(karmiche) di coppia non sono felici, tuttavia continuano a stare insieme e quasi sempre condite da tradimenti, o distacchi emotivi.
Ci sono lavori, famiglie, che tolgono l'energia, la gioia, eppure si continua a rimanere afferrati a loro.
Ciò nasce da una profonda sfiducia in noi stessi, dato che, evidentemente, non ci sentiamo abbastanza sicuri di noi, da poter accettare l’idea che possiamo bastare a noi stessi. La vita è in costante cambiamento e offre tante cose nuove, quindi afferrarsi a qualcosa che non funziona significa accontentarsi di una qualità di vita che potremmo migliorare se lasciassimo che le cose scorressero in modo naturale.
Quante volte SEI RIMASTO ancorato a qualcosa che non TI rendeva felici?
Certo personalmente sono cresciuto nel NON attaccamento, quindi lasciare andare, per Me e cosa normale, pero ciò che la maggioranza delle persone chiama amore, in realtà è attaccamento, bisogno.
Perché lo chiamo attaccamento o bisogno?
Semplicemente perché quando si rende conto che qualcosa sta sfuggendo non lo si accetta e si cerca di fermarlo...
Se siete presenti nella vita noterete che ogni cosa NON è permanente!
Ogni cosa ha un'evoluzione...
Gli alberi lasciano le loro foglie cadere in autunno, perché possano crescere più vigorose in primavera. Cosi ogni cosa nella natura, c'è un abbandono per far posto al nuovo.
Non si muore a lasciar andare un amore.
Non si muore quando si sceglie di tornare a vivere per sé stessi. Cambiare non è morire ma andare avanti. La vita si srotola come una spirale, torniamo su tematiche ed emozioni che avevamo già vissuto ma le vediamo da un altro punto di vista.
Non ci ritroviamo mai in una posizione identica al passato anche se affrontiamo esperienze simili(il Karma).
Non possiamo neppure interrompere la nostra evoluzione... per Amori, situazioni, che vi tengono fermi.
Iniziare ad Amarsi è lasciare per far posto al nuovo!
G. Boccia
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