La scoperta del centro
Ho
iniziato a lavorare molto giovane, quando andavo ancora a scuola.
Avevo trovato un lavoro a cottimo: montavo canalette e tubature lungo
un confine; perciò, più rapidamente avessi lavorato, più avrei
guadagnato.
Quasi
subito, scoprii l’uso della livella e della sua bolla d’aria
centrale; alla fine, però, constatai che, dal mio punto di vista, il
risultato del lavoro pendeva verso destra. Poiché c’erano altre
persone con me, chiesi cosa vedessero. Rimasi quasi sconcertato:
ognuno di essi vedeva una pendenza diversa!
Comunque,
era arrivato il fine settimana, così, un po’ confuso dalla cosa,
partii per un ritiro nel monastero tibetano dove si trovava il monaco
che mi aveva quasi cresciuto. Con me avevo portato il tubo interno
della livella, che, un po’ come in un gioco da fanciullo,
appoggiavo su ogni piano, per scoprire se ciò che vedevo fosse
reale.
La sera,
raccontai al monaco ciò che era accaduto e i miei dubbi, lui mi
guardò e, con un sorriso che mi scaldò il cuore, mi disse che la
mattina seguente avrei capito.
Il giorno
dopo, uno dei monaci più giovani mi venne a chiamare per dirmi che
dovevamo porci all’entrata del monastero e osservare. Senza farmi
domande, lo seguii, sapevo che c’era una ragione…
Così, me
ne stetti seduto all’entrata del cortile, mentre piano piano e
quasi silenziosamente arrivavano persone. A metà mattinata, arrivò
il Monaco e mi chiese:
“Cosa vedi?”.
Io dissi
ciò che avevo visto.
Lui
riprese: “Guarda”.
A quel
punto, mi feci così attento da notare che molte persone portavano
borse e zaini su una spalla, per cui il loro corpo pendeva e anche la
loro camminata era incerta, spostata a destra o sinistra.
Guardai
il monaco e, senza dirgli ciò che avevo visto, gli chiesi:
“Perché?”.
Lui
rispose: “Tutti portiamo con noi una zaino pieno dei nostri
fardelli, e il modo in cui li mettiamo ci porta ad avere una certa
visuale”.
Così,
pensai alla bolla d’aria, ma lui mi guardò (cosa dirvi… leggeva
il pensiero…) e mi disse: “Se porti uno zaino pieno su una
spalla, ti muoverai nella vita con passi pesanti e sempre incerti.
Svuota lo zaino… e vedrai il centro”.
Per molto
tempo ho portato con me l’interno di quella livella, per
rammentarmi le sue parole.
Saranno
trascorsi una trentina d’anni da quel momento… ho svuotato e
riempito quello zaino… quante volte! Tuttavia, ho capito che i
nostri rapporti, le relazioni, sono come quella livella… se ci
spostiamo dal centro portando i nostri fardelli, la visuale del
rapporto è falsata. I nostri giudizi saranno corrotti e non reali.
In
tutto questo tempo,
ho trovato solo un modo per essere al centro…
senza
appesantirmi: continuare ad amare, a prescindere
da
cosa dica o faccia l’altra persona.
La
ho trovato il mio centro... L’Amore.
Giuseppe Boccia