La sensazione e la percezione rappresentano il nostro legame fra il mondo materiale (3D) e la mente (il mondo psichico).
Sensazione:
riguarda il modo in cui i nostri organi di senso rispondono agli
stimoli esterni e come queste risposte vengono trasmesse al cervello.
L'Osservatore: è il nostro sé reale, e ha un aspetto “dinamico” cioè gestisce con la volontà, ciò
di cui è consapevole quindi è consapevolezza di chi siamo e di cosa accade.
Percezione:
si riferisce all'elaborazione dei segnali sensoriali che avvengono nel cervello e che portano a costruire una rappresentazione interna per
quegli stimoli.
Quando
un semaforo passa al verde, la sua lampada emette dei fotoni che sono
rilevati da neuroni specializzati che si trovano nella retina i quali
inviano i loro segnali al cervello (sensazione).
Il
cervello elabora questi segnali neurali che sono il risultato finale e che
il guidatore si rende conto: “OK, è verde” (percezione), e
riparte con la sua vettura.
Scientificamente,
sappiamo che gli organi sensoriali recepiscono gli stimoli dal mondo
esterno e li trasmettono al sistema nervoso.
È così che sentiamo, per esempio, l’acqua calda, il gusto salato, o un suono squillante.
Dove vanno a finire le esperienze sensoriali, una volta provate?
Che collegamento c'è tra esse e la consapevolezza(osservatore)?
Il
corpo fisico non è solo un veicolo poiché ha un’enorme capacità di ricevere dati, che vengono inviati alla mente che elabora e immagazzina: è come un computer.
Quando arriva un input, viene ricevuto e decodificato in base alla
memoria che c’è in noi: sappiamo che stiamo gustando qualcosa di
salato, perché in noi è accaduto un evento nel passato che ci ha
fornito l'apprendimento del salato.
Ciò
ha la funzione di farci apprendere: dalle nostre esperienze, un punto
di riferimento per esperienze successive quindi successive elaborazioni.
Tutto ciò fa parte della crescita, dell’evoluzione della
consapevolezza, sia in termini personali che collettivi.
Il problema
nasce poiché ci identifichiamo in quegli input, in quelle emozioni che vengono create; quindi non ci sarà
consapevolezza, ma reazioni emozionali. In quegli istanti ci siamo
identificati con la mente e non con noi stessi "osservatore".
Nel
momento in cui la mente fa da filtro, si sovrappone nel presente alle
nostre sensazioni, distorcendole e impedendoci di fare esperienza
della realtà così come è ... ciò è causa di blocchi in noi, crea
un illusione di separazione fra noi e le cose.
Per esempio, se ad un/a bambino/a mentre mangia una determinata pietanza assiste ad un litigio in famiglia, la mente immagazzina questo collegamento, e crescendo le sarà impedito di gustare quella pietanza così com'è in realtà!.
Il sistema in automatico farà scollegare il corpo mentre la si mangia, oppure fornirà una sensazione
incompleta o distorta.
Si entra in un meccanismo di difesa che abbiamo attivato nell'esperienza, che talvolta porta ad un dissociamento totale.
Come possiamo allora fidarci di ciò che accade e percepiamo, se non siamo l'osservatore e se ciò che percepiamo è corrotto, non aderente al vero.
Non
abbiamo altra strada che quella di diventare osservatori
(consapevoli).
La
mente è solo una banca-dati(memoria), ha la funzione di preservare
le info avute dalle nostre esperienze e dalla collettività .
Mentre
la consapevolezza, l'osservatore, ci consente di renderci conto nel
presente dell'esperienza che stiamo vivendo nel qui e ora.
Se siamo presenti in noi, possiamo notarlo. Se siamo collegati al nostro corpo mentre mangiamo quella pietanza e vediamo che siamo catturati dai pensieri, possiamo volontariamente tornare presenti alle sensazioni e in tal modo, facciamo un’opera di continua pulizia della memoria-emozionale.
In ogni momento nella mente, possiamo ritrascrivere un'esperienza oppure dare la dualità.
E soltanto l'osservatore, distaccato, che può distinguere fra ciò che è reale e ciò che è illusorio, restituendoci il senso di unità tra noi e le cose e tra noi e noi stessi.
Se siamo presenti in noi, possiamo notarlo. Se siamo collegati al nostro corpo mentre mangiamo quella pietanza e vediamo che siamo catturati dai pensieri, possiamo volontariamente tornare presenti alle sensazioni e in tal modo, facciamo un’opera di continua pulizia della memoria-emozionale.
In ogni momento nella mente, possiamo ritrascrivere un'esperienza oppure dare la dualità.
E soltanto l'osservatore, distaccato, che può distinguere fra ciò che è reale e ciò che è illusorio, restituendoci il senso di unità tra noi e le cose e tra noi e noi stessi.
Vivere
ancorati nel qui e ora, alle sensazioni, al corpo, ci consente di
decodificare i condizionamenti emozionali del passato, di aprirci a
percezioni nuove, che saranno in tal modo sempre più aderenti all'esperienza del momento, e sempre meno influenzati dai filtri
della memoria.
Un aggiornamento consapevole della nostra banca-dati ci restituisce la libertà di vivere i successivi momenti per quelli che sono senza illusioni, e di cominciare a percepire la realtà così come è. Ciò accade quando siamo pienamente connessi alla consapevolezza.
Un aggiornamento consapevole della nostra banca-dati ci restituisce la libertà di vivere i successivi momenti per quelli che sono senza illusioni, e di cominciare a percepire la realtà così come è. Ciò accade quando siamo pienamente connessi alla consapevolezza.
Allora,
le sensazioni provenienti dai cinque sensi trovano la via per
unificarsi in un solo senso interiore, che infatti viene definito nel
linguaggio comune sesto senso (esso va oltre la semplice unione dei sensi esterni, ed è in grado di avvertire fenomeni più
sottili. E’ la percezione, il sentire dell’anima, della nostra
consapevolezza.)
Più continuiamo a dirigere l’attenzione verso noi stessi, più acquisiamo consapevolezza di quanti fenomeni accadono in noi. Qualora siamo attratti dai livello superficiale, siamo spettatori della moltitudine di pensieri che vanno e vengono.
Più continuiamo a dirigere l’attenzione verso noi stessi, più acquisiamo consapevolezza di quanti fenomeni accadono in noi. Qualora siamo attratti dai livello superficiale, siamo spettatori della moltitudine di pensieri che vanno e vengono.
Spingendoci
più in profondità, notiamo che il corpo ci fornisce in ogni istante
sensazioni (percepite attraverso i sensi).
La
nostra attenzione può cogliere un fenomeno alla volta, pertanto è
un costante stimolo ad essere pazienti se vogliamo conoscere noi
stessi e accrescere la nostra consapevolezza. Nel Qui e Ora
diventiamo sempre più sensibili e ricettivi, ossia in grado di
ricevere una maggior quantità di input.
Giuseppe Boccia
Giuseppe Boccia
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