Cometa Ison: in gennaio respireremo la sua polvere





Passando vicino al Sole il 28 novembre, si è disintegrata, lasciando solo un frammento del nucleo e una nube di vapori (foto). Nel transitare a 1,2 milioni di chilometri dalla superficie solare, ha attraversato la “corona”, un ambiente molto rarefatto ma con la temperatura di milioni di gradi. Troppo per un fragile iceberg arrivato dalla Nube di Oort, quell’insieme di miliardi di nuclei cometari che avvolge il Sistema solare fino a due anni luce da noi.  

Il frammento superstite è certamente molto piccolo, considerando che già il nucleo intero aveva un diametro di appena 1,5 chilometri. Se anche vivrà ancora, non possiamo attenderci una resa spettacolare. 
In definitiva la ISON ha soltanto confermato una vecchia nozione: che sulle comete non è possibile fare previsioni, fanno quello che vogliono... 

E’ comunque interessante sapere, a questo punto, che intorno al 12 di gennaio 2014 la Terra attraverserà una scia di piccolissimi detriti lasciati dalla ISON sulla sua orbita mentre si avvicinava al Sole. Non sarà, pare, una pioggia di meteore. I detriti misurano qualche millesimo di millimetro, e scenderanno al suolo come una rada e finissime nevicata. Solo qualche sporadico frammento un po’ più grande potrà ardere nel cielo. 

A scoprire e dimostrare il rapporto tra le comete e le meteore o “stelle cadenti” fu Giovanni Virginio Schiaparelli, astronomo nato a Savigliano e poi diventato direttore per alcuni decenni dell’Osservatorio di Brera a Milano. L’interesse per questo tema di ricerca risale addirittura all’infanzia dell’astronomo: “Di un tratto si spiccò una stella cadente; poi un’altra; poi un’altra. Alla mia domanda cosa fossero, egli rispose che queste cose le sapeva soltanto Domeneddio. Io tacqui ed un confuso sentimento di cose immense e di cose adorabili si impadronì di me.” Così Schiaparelli ricorda la prima osservazione di uno sciame meteorico, avvenuta all’età di quattro anni tra le braccia del padre. 

Schiaparelli nacque nel 1835, divenne direttore dell’Osservatorio di Brera nel 1862 e morì a Milano nel 1910, l’anno in cui si ripresentò la cometa di Halley, che ha un periodo di 76 anni. Sull’origine delle meteore fino all’epoca di Schiaparelli convivevano le ipotesi più diverse e chiaramente infondate e stravaganti. C’era ancora chi sosteneva, per esempio, l’idea che le stelle cadenti potessero essere perturbazioni atmosferiche, fuochi fatui o esalazioni del suolo terrestre salite ad alta quota. Per gli astronomi Pierre Simon Laplace e Heinrich Wilhelm Olbers, due scienziati importanti e famosi, si trattava addirittura di eruzioni di vulcani lunari.  

Nell’agosto 1866 Schiaparelli osservò le “lacrime di San Lorenzo”, ovvero lo sciame di stelle cadenti chiamate Perseidi. Ricostruendone l’orbita, e assumendola parabolica, arrivò a dimostrare la coincidenza tra l’orbita dello sciame e quella della cometa Swift-Tuttle, da lui osservata pochi anni prima, nel 1862. 

Pochi mesi dopo, nel novembre 1866, Schiaparelli ritrovò la medesima relazione tra lo sciame delle Leonidi e la cometa Temple-Tuttle, che proprio in quell’anno brillava in cielo. L’anno seguente pubblicò i suoi risultati, che gli fecero vincere il prestigioso Premio Lalande dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Francia, la medaglia d’oro della Royal Society, quella della Società Italiana dei XL e quella della Imperiale Accademia Tedesca Leopoldina Carolina dei Naturalisti. 

Derivate da quei fantasmi che sono le comete, le meteore, anche le più luminose, sono a loro volta fantomatiche: ciò che vediamo è l’alta atmosfera ionizzata lungo il percorso del frammento di cometa; il frammento in sé, misura appena qualche millimetro. 

di PIERO BIANUCCI
dal sito :
www.lastampa.it

Seitan fai-da-te: il procedimento completo per prepararlo


Seitan

Il seitan "fai da te". Dopo aver visto come preparare velocemente questo alimento nutriente, ricco di proteine, facilmente digeribile e di ottimo sapore usando del glutine già separato, impareremo a farlo da zero (o meglio, da farina e acqua), realizzando la migliore alternativa alla carne che abbiate mai mangiato. Non spaventatevi: autoprodurre il seitan è davvero un gioco da ragazzi, oltre a dare enormi soddisfazioni e far risparmiare. Io l'ho fatto per la prima volta e voglio condividere con voi questa fantastica esperienza. 
Assicuro, prima di tutto, che si possono ottenere degli ottimi risultati fin dal primo tentativo, dando vita a un alimento del tutto personalizzato.
Chi è abituato ad autoprodurre il seitan, infatti, sa quanto sia probabile che non si ottenga mai lo stesso risultato: anche una minima variazione può dar vita a un prodotto sempre diverso. Per questo è meglio mettersi all'opera e sperimentare, fino a trovare il procedimento giusto per i propri gusti. Assicuro, prima di tutto, che si possono ottenere degli ottimi risultati fin dal primo tentativo, dando vita a un alimento del tutto personalizzato.
La preparazione consiste principalmente in tre passaggi: la preparazione dell'impasto, il suo "lavaggio" e la cottura in brodo, che potrete insaporire non solo con gli ingredienti più "classici", ovvero cipolla, sedano, carota (più salsa di soia e alga kombu, che sono facoltativi), ma anche con aglio tritato, zenzero, rosmarino, salvia, pepe e quant'altro sia di vostro gradimento.  
Vediamo come è andato il mio primo esperimento di autoproduzione del seitan.
Ingredienti:
1 chilo di farina manitoba (per ottenere un panetto di circa 400-500 grammi)
Brodo vegetale (io ho usato cipolla, carota, sedano, gomasio)
Salsa di soia (circa 6 cucchiai)
5 cm di alga kombu
Acqua
Preparazione
Fase 1. Impasto
Impastate la farina e l'acqua, lavorando l'impasto energeticamente e per circa 15 minuti, fino a ottenere un composto simile a quello per la pizza, liscio, compatto ed elastico. Potete usare la farina che più preferite, io ho usato la Manitoba, che è molto ricca di glutine. Ora l'impasto va fatto riposare: sulle tempistiche ci sono diverse scuole di pensiero, io comunque ho aspettato un'ora.
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Fase 2. Lavaggio
Trascorso il tempo di riposo, arriva la fase più divertente, ma anche la più "faticosa". L'impasto va messo in un contenitore, come una bacinella o una ciotola, dove verrà lavato con acqua a temperatura ambiente (anche qui, c'è chi usa acqua fredda e calda alternata).  Strizzate e sciacquate l'impasto, cambiando l'acqua più volte.
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Strizzate, lavate, strizzate. Fino a quando non assumerà una consistenza simile a una spugna.  All'inizio l'acqua sarà bianca come latte, poi diventerà sempre piu trasparente, solo allora avrete finito. Non buttatela via, è ricca di amido: usatela per innaffiare le vostre piante (o per sperimentare nuove ricette).
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Avvolgete poi il panetto ben scolato in un tovagliolo bianco pulito (la stoffa che usate non deve contenere tracce di saponi, altrimenti usata una garza), legato accuratamente alle estremità con spago da cucina (io ho usato dei nastrini).
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Fase 3. Cottura
Nel frattempo, portate a ebollizione il vostro brodo vegetale in una pentola sufficientemente grande da accogliere il fagotto di seitan, che dovrà cuocere a fuoco moderato per circa 45 minuti, curandovi di girarlo a metà cottura.
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Una volta pronto, estraetelo dalla pentola e fatelo raffreddare. Se non intendete utilizzarlo subito, potete conservarlo insieme all'acqua di cottura in frigorifero almeno per una settimana, intero o a fette, utilizzando in un contenitore di plastica ermetico, o un barattolo di vetro. Ovviamente, il brodo di cottura può essere utilizzato per preparare gustose minestre.
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Sì, lo so, è stata dura (ma non troppo, vero?!?), però che soddisfazione!


Foto e testi:
www.greenme.it

La Terra gira più velocemente e il giorno ha 16 ore



Uno scienziato tedesco ha condotto ricerche dal 2000 e dice che il pianeta ha aumentato la sua velocità nella sua rotazione. Così il giorno in cui viviamo, è più breve di quanto pensiamo.

Lo studio si chiama “Risonanza di Schumann”, ed è basata su Metafisica Quantistica ed Astrofisica Quantistica, e spiega perché la Terra ruota più velocemente.

Così, Dr. Schumann, del UTN Università di Monaco, ha fatto la scoperta per cui afferma che il giorno ha solo 16 ore anziché 24.

Secondo lui, per secoli la terra girava sul proprio asse a 7.8 hz. ma dal 1980, quel numero cambiato,  è aumentato  molto rapidamente in ultimi 6 anni per ragiungendo i 12 hz.

In sostanza, il dottor Schumann dice il giorno viviamo come 24 ore, infatti, dispone di 16 ore ed è per questo che abbiamo impressione che il tempo di oggi è così accelerato.

Nella relazione, facendo riferimento alle calamità atmosferiche come una possibile conseguenza della perturbazione dei campi magnetici della terra, che sono stati anche modificati a partire dal 2000 pure.
Traduzione- Tanja per il Risveglio di una Dea
Questo ha una grande importanza anche per noi e per la nostra salute perché siamo di natura bioelettrica, siamo  nella stessa onda, cambiando il battito di cuore della Terra, si sta modificando anche il nostro. 
Che cos’è Risonanza di Shumann?

“L’identificazione è una pratica spirituale fondata sulla conoscenza di una legge fisica: la legge di risonanza. Se riuscirete a vibrare all’unisono con una creatura, la conoscerete, e non soltanto la conoscerete, ma inoltre le sue qualità si comunicheranno a voi. Finché non vibrate all’unisono con quella persona, finché non vi identificate in lei, potete studiarla, giudicarla, decretare che essa è questo o quest’altro, ma in realtà non la conoscete veramente. È il fatto di vibrare alla stessa lunghezza d’onda che avvicina due esseri e permette loro di conoscersi! E l’amore è anche questo. L’amore, così come la conoscenza, è il risultato di una fusione: due esseri che vibrano alla stessa lunghezza d’onda. Si può dunque dire che la vera conoscenza è la conseguenza del vero amore, e che il vero amore altro non è che un accordo su una stessa lunghezza d’onda.”
Omraam Mikhaël Aïvanhov
La mia scoperta della Risonanza di Schumann è stata sconvolgente.
Lo dico in senso relativo, ovviamente, non si tratta di esperienze da Giorno del Giudizio. Lo dico inoltre a livello personale, dato che è stata anche alquanto tardiva. La mia prova dell’Acoustic Revive RR-77 mi è stata suggerita dall’amico Giuseppe Trotto, è arrivata buona ultima nel panorama internazionale, non se ne sentiva la necessità e il prodotto esiste, come ho scritto, da buoni sette anni… Ci sarebbe motivo di finirla qui, insomma. Invece, io raddoppio. Il miglioramento all’ascolto e il benessere psico-emotivo provato non mi hanno portato dallo psicologo, come forse avrei dovuto fare, ma ad approfondire l’argomento, che ritengo in realtà sia utile e interessante ben oltre le nostre ambizioni audiofile.
Per l’occasione, mi viene quindi in soccorso Andrea Amato, fondatore e proprietario della italiana Ætere’s. Cito paro paro dal loro sito: Ætere’s “è un’azienda leader nella Smart Energy Technology e fonda il suo lavoro su una visione antica dello spazio che ruota intorno ai principi di armonia, bellezza e sacralità. Gli ambienti abitativi e lavorativi contemporanei, al contrario, sono spesso basati su una visione dello spazio di stampo utilitaristico che, ponendo scarsa o nulla attenzione all’interazione con la sfera biopsichica dell’uomo, apporta inevitabili e spesso serie conseguenze alla salute e al benessere degli occupanti.
La ricerca ha portato Ætere’s alla realizzazione di una strumentazione diversificata, progettata per la biocompatibilità e ri-armonizzazione ambientale…”.
OK. Sento già le vostre risate. Ecco un altro che vuole venderci l’olio di squalano per ungere i nostri CD o raccomanda bagni criogenici per la salute dei nostri apparecchi… Beh, a parte che sia il primo che il secondo trattamento funzionano assai, a patto che si sappia cosa si sta facendo e come lo si deve fare, qui si tratta di essere aperti mentalmente e, modestamente, “lo fummo”!
DomandaAndrea, la ricerca sulla Risonanza di Schumann si ferma alla sua utilità, vera o presunta, nel campo dell’audio?
Andrea Amato, Ætere’s: Grande attenzione e molta ricerca ruota attorno alla Risonanza di Schumann e tra i suoi possibili impieghi pratici si sta facendo strada l’ipotesi che essa possa essere la migliore soluzione frequenziale per l’ascolto ideale. Ma qualsiasi ipotesi di lavoro corre il rischio di non considerare tutte le implicazioni possibili, siano queste matematiche, fisiche, statistiche, biologiche e anche energetiche. Proviamo a infilarci in questo labirinto augurandoci che alla fine del percorso sia possibile verificare questo assunto: se emetto una frequenza costante e ben determinata in un ambiente d’ascolto sentirò meglio il suono? Fantasia o realtà?
DomandaBene, proponi un approccio sistematico. Ricapitolando, quindi, qual è questa frequenza? Cos’è questa Risonanza di Schumann?
Amato: Intorno agli ultimi anni dell’800 il genio di Tesla formulò una teoria che, ripresa dalle ricerche di Schumann negli anni ‘50, venne confermata come realtà. La “cavità” compresa tra la Ionosfera e la Terra contiene un campo magnetico pulsante dove le onde elettromagnetiche si propagano come “onde su una molla”, uno spazio in grado di riflettere la radiazione elettromagnetica a bassa frequenza così come uno specchio riflette la luce. L’insieme, rappresenta anche una sorta di condensatore, dove la Terra funge da polo negativo e la Ionosfera da quello positivo. L’oscillazione di queste onde avviene tra frequenze comprese tra 1 e 50 cicli al secondo, cioè Hz, mentre la frequenza fondamentale della Risonanza di Schumann ha un valore di circa 7,5 Hz.
Questa frequenza, ottenuta inizialmente solo attraverso un calcolo matematico, è stata poi rilevata strumentalmente trovando che ha un valore medio intorno ai 7,8 Hz. Come qualsiasi altro suono prodotto in natura, la frequenza di base è sempre accompagnata da altre frequenze, armoniche della fondamentale, che in questo caso sono presenti a circa 14, 21, 26, e 33 Hz. La Risonanza di Schumann e tutte le sue armoniche appartengono a una famiglia più grande, definita come “banda geomagnetica” dal momento che proprio in questo intervallo di frequenze si manifestano una grande varietà di fenomeni elettromagnetici naturali.
DomandaLa teoria è affascinante, ma, in pratica, come si ottengono questi valori?
Amato: Esatto, il concetto è chiaro e rilevato strumentalmente, ma occorre fare due conti: la circonferenza della Terra misura circa 40.030 chilometri. Un segnale elettromagnetico viaggia intorno al globo alla velocità della luce di 299.800 km/secondo. Un suo giro intero intorno alla Terra dura circa 0,1335 secondi, ciò che corrisponde a circa 7,49 Hz. Già, ma non ci siamo, gli strumenti attuali rilevano 7,83 Hz, siamo incappati nella prima approssimazione… ma nel nostro calcolo non abbiamo considerato l’altezza della Ionosfera, abbiamo calcolato la frequenza al suolo con una Ionosfera di altezza pari a zero. Ok, rifacciamo i calcoli, incrementiamo il raggio della Terra e inglobiamo l’altezza della Ionosfera, circa 150 km, così il valore dovrebbe essere più vicino a quello misurato. Niente affatto, otteniamo un’ulteriore diminuzione di valore, circa 7,32 Hz. Pare ora evidente che, nel determinare questa frequenza intervengano altri fattori che alterano il semplice ragionamento scientifico. O forse dobbiamo cominciare a inserire il concetto di “gamma di frequenze”, in modo che anche la Risonanza di Schumann possa essere interpretata e valorizzata come un “insieme di frequenze” piuttosto che determinata con un singolo e rigido valore medio. Questo valore, statisticamente più rilevante a 7,83 Hz, in realtà contiene una dinamicità, un movimento, una oscillazione di frequenze di spettro più ampio, più coerente a un sistema che necessariamente e continuamente interagisce con moltissime altre realtà energetiche, sia naturali che artificiali.
DomandaStiamo parlando di valori frequenziali in fondo molto vicini: una ben precisa frequenza può davvero influenzare così tanto il nostro sistema energetico?
Amato: La risposta è sì: il sistema energetico umano è estremamente efficiente, oltre che dinamico e funzionale, se armonico. Chi ha “progettato il sistema” ha fatto sì che organi e funzioni abbiano massima attivazione e rendimento a determinate frequenze, lasciando che il “resto”, non necessario in quel momento, funzioni con un consumo energetico ridotto. Stati di coscienza e specifiche zone del cervello entrano in risonanza con specifiche frequenze determinando lo “stato operativo” di un organo o funzione.
DomandaUrge qualche esempio…
Amato: Ecco che arrivano… L’ippocampo, la parte del cervello localizzata nella zona mediale del lobo temporale, svolge un ruolo importante nella memoria a lungo termine e nella navigazione spaziale ed è estremamente attivo a circa 7,8 Hz.
Il timo, ghiandola situata fra i polmoni e sotto lo sterno, svolge un ruolo di “palestra del sistema immunitario”, informando i linfociti per stimolarne la risposta immunitaria, ed è molto operativo a circa 8 Hz.
L’epifisi, ghiandola situata nella zona centrale del cranio, svolge un ruolo fondamentale come “orologio del sonno” producendo melatonina, ed è fortemente attiva poco sopra gli 8 Hz.
DomandaE sotto queste frequenze?
Amato: Tendenzialmente il range frequenziale al di sotto degli 8 Hz, cioè fino ai 4 Hz, appartiene a quello che viene definito stato Theta, sicuramente il più straordinario ed evasivo fra gli stati di coscienza. In Theta, possiamo anche sperimentare flash di immagini di natura piuttosto misteriosa. In questo stato si manifestano stati alterati come quello della trance, della trance ipnotica, delle immagini ipnagogiche, dell’accesso diretto all’inconscio, dove viviamo il massimo della creatività, dell’intuizione e delle nostre percezioni extrasensoriali. In questo stato emergono tutti quei comportamenti coscienziali in cui si è privi degli schermi di difesa dell’Io e dove lo stato di apprendimento viene messo nelle migliori condizioni.
DomandaAvevo appena scoperto che esiste una frequenza, quella di Schumann, decisamente interessante e ora se ne sono aggiunte a bizzeffe…
Amato: Esatto. Questo non significa infatti che tutto il sistema improvvisamente lavori e risponda a un’unica frequenza. Attraverso l’elettroencefalogramma o con il bio-feed back HRV o Hearth Rate Variability – strumento che rileva una serie più vasta di dati relativi al sistema nervoso, possiamo analizzare la variabilità della frequenza cardiaca e di valutare il bilanciamento dell’attività fra sistema nervoso simpatico e parasimpatico. Si ottiene una visualizzazione grafica di una realtà frequenziale molto complessa, dove, pur aumentando in una data circostanza l’attività di uno stato di coscienza particolare e creandosi un picco di intensità in corrispondenza di una determinata frequenza, si nota dal diagramma un ventaglio di armonie delle altre vibrazioni necessarie a tenere in equilibrio dinamico il sistema.
DomandaQuindi, una volta che ci siamo impadroniti di questi concetti, come potremmo migliorare noi semplici audiofili il nostro ambiente d’ascolto?
Amato: Veniamo al punto, dopo aver sinteticamente dipanato una serie di concetti. Per mettere nelle migliori condizioni di ascolto una persona, quindi l’ambiente in cui è inserito l’impianto di riproduzione sonora e lo stesso ascoltatore, è preferibile emettere una frequenza fissa come può essere quella di 7,83 Hz, identificata per molti e sinteticamente come la Risonanza di Schumann. Oppure… creare i presupposti naturali di comportamenti dinamici, differenziati e armonici di flussi di energia eterica all’interno di un ambiente, determinando, sì, di conseguenza una Risonanza di Schumann, ma in tutta la sua completezza vibrazionale.
DomandaSo che questo è proprio l’oggetto del vostro lavoro…
Amato: Infatti. Noi della Ætere’s crediamo che la strada giusta sia nella seconda ipotesi di lavoro. Abbiamo monitorato in bio-feed back HRV alcune persone inserite in un contesto energetico naturale ideale e opportunamente collocato geometricamente, tale cioè da essere il fulcro di un “toroide” di flussi di energia. Tali studi dimostrano che i soggetti risultano psicologicamente, biologicamente, energeticamente e coscienzialmente nelle migliori condizioni di ascolto, sia ispirazionali che analitiche.
DomandaTanta roba, dovremo approfondire, so comunque che i risvolti pratici delle vostre ricerche hanno portato anche voi a sviluppare dei “prodotti” e mi scuso per l’involontaria approssimazione del termine, non voglio allargarmi con definizioni improprie.
Amato: I nostri studi, portati avanti da un gruppo di ricercatori e dai fondatori Ætere’s, hanno avuto come naturale sbocco la creazione di una tecnologia che noi definiamo OVER Space, cioè Optimized Vibrational Environment Rebalancing Space, capace di operare sullo spazio, ottimizzando e riequilibrando le vibrazioni ambientali. Si tratta di realtà e non di fantasia, ma va tenuto presente che questa realtà prevede complessità maggiori, sia teoriche che operative, di quelle della “semplice” Risonanza di Schumann intesa in senso stretto.
DomandaGrazie, Andrea, ci rinuncio! Scherzi a parte, quel che credo infine di aver capito è che la sola e semplice emissione della Frequenza di Schumann sia già di per sé importante. Ma che allargare l’emissione a frequenze molto vicine e farlo in modo dinamico, cioè non “fisso”, qualsiasi cosa questo significhi all’atto pratico, è “meglio”.
Amato: Esatto – sorride – e grazie a voi!


I misteri del lago Vostok dopo più di trent'anni di scavi

UN MISTERO lungo venti milioni di anni, sepolto sotto i ghiacci del Polo Sud 1. E' quello racchiuso nel lago Vostok, subglacialegrande come l'Ontario, lungo quasi 250 chilometri e largo 50, profondo 1000 metri, il più grande dei 70 bacini sotto il Polo sud. Forse gli strati che ricoprono il lago sono più recenti, 12mila anni circa. Ma tradotti in misure, equivalgono comunque a tre chilometri e oltre di spessore glaciale, che le trivelle russe impegnate nella spedizione hanno finito di perforare oggi, dopo trent'anni di lavori. La zona di Vostok è ammantata di mistero oltre che di ghiaccio, da sempre. Non ultima la sparizione del team di scienziati impegnati nei lavori in questi giorni, riapparsi improvvisamente dopo una settimana di comunicazioni interrotte. E  la vera avventura comincia adesso, perché fare luce sui misteri del lago, l'ambiente che lo circonda e le sue anomalie potrebbero rappresentare per la scienza un episodio non distante per importanza dalla conquista della Luna negli anni 60.



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Misteri e anomalie. L'enorme bacino subglaciale, scoperto negli anni 70, nasconde un tesoro tutto da stimare per quantità e qualità. Di sicuro c'è che l'acqua che contiene è purissima, incontaminata dall'ambiente terrestre, e così è rimasta per venti milioni di anni. L'ecosistema è quindi quello di quell'epoca, con tutto ciò che può comportare per forme di vita vegetali, animali, microbiali. Ma c'è molto di più. Il lago è sovrastato da una cava di ghiaccio, che contiene ossigeno e esercita pressione. A questo si aggiunge la temperatura dell'acqua, che verso la superficie è più fredda, ma che in alcune zone arriva intorno ai 30 gradi. Un posto piacevole per nuotare, se non fosse tremila metri sotto l'Antartide. Il fenomeno viene spiegato con un'ipotesi suggestiva: il bacino che ospita il lago sarebbe in una zona in cui la crosta terrestre è più sottile, da qui l'acqua temperata. E a questo punto si aprono gli scenari più incredibili. Quali forme di vita contiene il lago, che tipo di ambiente è? E comunque la si metta, si tratta di forme di vita da noi oggi considerabili completamente aliene, al mondo di oggi e al nostro ambiente. Tanto che la scienza considera Vostok come un campo di allenamento per comprendere Europa, satellite di Giove dalla composizione ambientale molto simile a questo tesoro chiuso nello scrigno dell'Antartide.

I pericoli del mondo perduto. Il bacino del lago Vostok potrebbe essere un vero e proprio endopianeta, un mondo sconosciuto e autonomo all'interno del pianeta Terra, rimasto a venti milioni di anni fa. Secondo ipotesi non prive di fascino, il ciclo dell'acqua potrebbe essere completo, la conca della caverna ospitare fenomeni meteo, piogge e temporali e spostamenti d'aria. E forse forme di vita complesse. Sicuramente, ci sono forme di vita batteriche. Un aspetto che crea più di un problema, perché il nostro mondo e quello dimenticato del lago Vostok potrebbero essere incompatibili. Un agente proveniente dalla Terra potrebbe contaminare e sterminare la biologia del lago in pochi minuti. Così come un agente proveniente dal lago, sconosciuto per il nostro ambiente e potenzialmente pericoloso potrebbe provocare problemi imprevedibili per tutto il pianeta. Per questo nell'opera di scavo, il team russo ha prestato attenzione totale al pericolo di contaminazione biunivoca. L'acqua da analizzare proveniente dal lago sarà prelevata creando un foro attraverso cui la pressione spingerà il liquido in alto. Si attenderà quindi il ricongelamento e poi verranno presi i campioni. Naturalmente il momento del taglio del ghiaccio per praticare il foro è quello più delicato, quello in cui il nostro mondo e i nostri batteri entrano in contatto con un universo misterioso intrappolato da milioni di anni. 

Attività magnetica inspiegabile. Ma i misteri di Vostok non sono finiti. Ce n'è un altro, ugualmente importante ma dai contorni ancora meno definibili. Nella zona sud-occidentale del lago, i team di ricerca hanno individuato e verificato per anni la presenza di una fortissima anomalia magnetica, ritenuta di origine inspiegabile, che si estende 105km per 75. Alcuni ricercatori pensano che anche questo fenomeno sia da attribuirsi all'assottigliamento della crosta terrestre in quel punto. Ma alcuni rilievi effettuati da rilevatori sismici hanno individuato la presenza di un elemento metallico di forma circolare o forse cilindrica che appare  dal diametro molto esteso, alla base del lago. L'ipotesi è che possa essere questa non specificata struttura a generare l'alterazione di 1000 nanotesla nel campo magnetico di una zona così estesa. Un elemento che ha aperto scenari da X-Files, che vedono già i sostenitori della presenza di un gigantesco Ufo seppellito di ghiacci, contro chi parla di un elemento meteorico. 

 
NB: immagine di dubbia origine N.d.Simplicio

Di certo c'è che la forma dell'oggetto misterioso appare particolarmente regolare, e che l'agenzia nazionale per la sicurezza degli Usa (NSA) ha perimetrato la zona, secretato le comunicazioni sull'area e decretato il divieto di accesso per chiunque, per "evitare contaminazioni". 
Cosa nasconde il lago e in che modi e tempi la scoperta inciderà sul pianeta Terra è tutto da vedere. Vostok è stato appena raggiunto, e i misteri che contiene prima o poi arriveranno in superficie. 

dal sito

http://www.repubblica.it/scienze/2012/02/06/news/antartide_i_misteri_del_lago_vostok_raggiunto_dopo_trent_anni_di_scavi-29442183/?ref=HRERO-2
Sono già passati 18 mesi, da quanto le trivelle hanno raggiunto il lago Vostok, in Antartide, ad oltre 3 Km. di profondità.

Da allora, la Base Vostok è stata sigillata dalla N.S.A.(l'Agenzia per la Sicurezza Nazionale Usa), e tutte le informazioni sono state secretate.
Ma forse è possibile farsi lo stesso un'idea di quello che gli scienziati potrebbero avere scoperto.


video parte 1


video parte 2


L'anomalia magnetica del lago Vostok




Gli unici aggiornamenti ufficiali dopo che è stata sigillata la base,sono del 2013 pubblicati.

Un team di scienziati russi è riuscito a raggiungere le sue acque e tramite l'utilizzo di un prelevatore sono riusciti quindi riportare in superficie alcuni campioni dell'acqua. Le prime analisi effettuate fanno chiarezza sulla presenza di frammenti di materiale genetico, con il DNA appartenente non solo a microbi, ma anche a forme di vita decisamente più complesse.
Complesse come ad esempio una pulce d'acqua, un mollusco, o forse addirittura qualcosa legato in un certo qualmodo ad un anemone di mare. Inoltre alcune sequenze genetiche sembrano persino simili ai parassiti e ai batteri che solitamente vivono all'interno dei pesci o dei crostacei.
Tuttavia ciò che lascia ancora perplessi è la difficoltà ambientale che caratterizza le acque del lago; è infatti troppo profondo, per poter ospitare forme di vita complesse.
Alcuni microbiologi infatti sostengono che i ricercatori russi siano venuti a conclusioni troppo affrettate.
 C'è ancora molto da scoprire dunque, i misteri che circondando la storia del lago Vostok vanno avanti, chissà se finalmente si riuscirà ad arrivare ad una conclusione.
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