La lavatrice







Si sta come in una lavatrice.
A tratti fermi, poi lento movimento in un senso, e subito dopo nell’altro.
Arrivano notizie che, come il sapone, ti avvolgono e ti confondono,
e ancora a girare, girare, girare.

Quando si riesce si lancia un’occhiata fuori dall’oblò.
Li c’è il mondo.
Ma sono solo pochi istanti, perché il movimento trascina via.

Si sta come in una lavatrice quando viene la centrifuga.
Tutto ruota vorticosamente, non c’è tempo per pensare, non c’è un appiglio, non c’è altro senso all’infuori di quello di rotazione.

L’acqua invade tutto, diluisce, appiattisce, porta via con sé le macchie,
ma anche i colori. Penetra dentro, si respira, si espelle.
E ancora una centrifuga, e ancora dell’acqua.
Centrifuga, risciacquo.

Si è perso il senso dell’orientamento si è perso il colore, si è persa la capacità di rimanere fermi, si è persa la capacità di osservare il mondo.

Si sta come in una lavatrice.

Di Antonino Di Maio

Era troppo amore


Era troppo amore.
Troppo grande, troppo complicato,
troppo confuso,
e azzardato e fecondo e doloroso.
Era tutto quello che potevo dare,
più di quanto mi convenisse.
Per questo si infranse.
Non si esaurì, non finì, non morì,
semplicemente si infranse,
crollò come una torre troppo alta,
come una scommessa troppo alta,
come un’aspettativa troppo ambiziosa.
(Almudenas Grandes)

Paura dell Amore


Non è necessario lasciare andare tutte le paure prima di poter abbracciare l’amore.
Potete raccogliere le vostre paure fra le vostre braccia e 
portarle con voi nell’amore, 
perché una volta che entrate dentro l’amore, 
la paura si rivela l’illusione che è sempre stata, 
e l’amore è tutto ciò che resta.



Eric Pearl




IL TRENO DELLA VITA.



Ecco dove ci troviamo. In una stazione.
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