Felicita? di G. Boccia


Felicita?
sii incontrata un uomo è bello e sei felice,
ti scrive (ora tramite chat di fb,) sei bellissima, e sei felice,
ti scrive che al vostro incontro ho percepito... bla ...bla... e tu sei felice.
Oppure si vince a un lotteria, o si riceve del denaro che volevi da tempo, e sei felici.
Altri per altre proiezioni esterne... lavoro, vaganza, etc.
Ora sei felice, ma poi?
Quella sensazione di gioia non durano mai a lungo!
Se la tua gioia è stata causata da qualcosa, scomparirà: sarà una cosa del momento.
Esiste però un tipo di felicita diversa, che qualsiasi cosa accada, continuerà a esistere.
Questo stato è dentro di te, dietro alla e ferite, al bisgno di essere nutriti, c'è l'equilibrio.
Una volta separati dal bisogno esterno, che non rincori esternamenta un evento, un qualcosa per essere felice.
Troverai la paura, Ma, una volta vinta la paura
all'improvviso sei felice, senza ragione alcuna.
Non riesci a stabilire il perchè. E' così e basta.
Ebbene, questa stato non può essere disturbato.
Se trovi questa percezione, di certo ti stai avvicinando al tuo bambino interiore.
Il piccolo buddha in Te.
G. Boccia

Chi sono veramente?


Chi sono veramente?
Farsi questa domanda pone la persona al centro di se stessi.
Sono il mio corpo?
Sono i miei pensieri?
Sono le emozioni che provo?
No, sei l'osservatore del corpo, dei pensieri, e delle emozioni. 

La maggior parte delle persone vive identificata nel corpo, condizionata dagli aspetti societari e culturali.
L'essere umano è convinto di essere il proprio corpo, la propria immagine, i propri pensieri.
"Chi sono Io?"
Si può provare l essenza dell'osservatore nella meditazione, poiché crea una separazione dalla mente.
Separa ciò che siamo veramente da tutte le false identificazioni con il corpo e la mente.
Un primo passo si raggiunge divenendo consapevoli che noi siamo il soggetto che percepisce le sensazioni (e non le sensazioni stesse).
Quindi noi siamo colui che vede, la fame, che vede l'emozione, che vede il pensiero.

Questa stato di essere molte tradizioni spirituali la chiamano osservatore, o coscienza , è la sensazione precisa che noi siamo i soggetti delle nostre esperienze, ed è un primo livello di identificazione reale.

Nella mia esperienza, la vera libertà, la si raggiunge quando si supera anche questo stato di osservatore, quando si diviene consapevoli di non essere nulla di tutto ciò; né le sensazioni, né colui che sente le sensazioni.

Ciò che siamo veramente è al di là di ogni descrizione, siamo energia, è qualcosa di immateriale, incorporeo.

L'io o l ego disegna la vostra percezione di voi stessi. Limitando la percezione, di se stessi, e così facendo crea e limita i confini.

Prima è solo la mente che parla, che si definisce, si giudica.
Dopo, non ci sono parole ma solo essere.

G. Boccia 

Il rapporto tra chi parla e chi ascolta è molto stretto?



Il rapporto tra chi parla e chi ascolta è molto stretto?
Credo profondamente che nelle scuole e in famiglia, dovrebbero per prima cosa insegnare ad ascoltare...
Saper ascoltare è una delle abilità più importanti nella vita di tutti i giorni, eppure sono in pochi a saperlo davvero fare.
Insegnare che quando qualcuno ti parla, o ascolti una conversazione, il primo pensiero e ciò che hai TU, nella mente.
MA, NON è, il pensiero di chi sta parlano...
Osservando dal di fuori qualunque discussione, si può capire bene quanto sia importante ascoltare davvero. Si notano gli errori che si commettono, si diviene consapevoli di tutte le conseguenze spiacevoli della mancanza di ascolto.
Quindi prima di rispondere, o di dare un giudizio, sarebbe opportuno chiedersi:
"Ok, questo è il mio pensiero" "ora cosa voleva dire lei/lui?"
Se non si riesce ad avere la prospettiva dell'altro, si ha solo la propria, è opportuno chiedere, "scusa, forse non ho compreso, ti puoi spiegare?"
Solo cosi effettivamente c'è stato un dialogo.
E accadrà una apertura mentale poiché si scopre che la nostra mente/pensiero e condizionata alla nostra vita. Quindi è difficilissimo che due individui abbiano lo stesso reale pensiero.
Ognuno ha il primo pensiero corrispondente alla sua memoria.
Cosi ciò che accade, che si comprende l'altro, e ciò significa entrare in relazione empatica, e diamo una dualità di pensiero alla mente/pensiero, questo porta ha una apertura di sviluppo mentale.
un abbraccio
G. Boccia

Problemi alla tiroide? Ecco la spiegazione in chiave psicosomatica


La tiroide è una ghiandola endocrina che regola tutto il metabolismo energetico attraverso la produzione di ormoni tiroidei, la triiodotironina (T3) e la tiroxina (T4). Questi ultimi, per essere prodotti, hanno bisogno della presenza di iodio e calcitonina; la sintesi e la secrezione di queste sostanze, a loro volta, è regolata da due ghiandole posizionate nel cervello, l’ipotalamo (ormoni TRH) e l’ipofisi (ormoni THS).
Questo complesso meccanismo di interconnessioni svela l’importanza della tiroide; gli ormoni tiroidei hanno un’azione specifica sul sistema nervoso, così come le reazioni emozionali (tensione e stati ansiosi) influiscono sull’alterazione della secrezione ormonale.

Patologia tiroidea in chiave psicosomatica:

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