la forza curativa della Natura (sciamanica)
La forza curativa della Natura sciamanica
Le "piante di potere"
" Ho sempre pensato che le proprietà terapeutiche di molte piante possedessero degli effetti assolutamente benefici per l'uomo. "
Ogni malattia può essere affrontata e curata dal lavoro interiore dell'individuo, e quindi da una trasformazione psichica rivolta alla conversione dell'energia negativa concretizzata nell'organismo in energia positiva e risanatrice (anche se in questo caso si deve disporre di un lungo lavoro di auto-esplorazione e di una profonda crescita psico-spirituale).
La terra in maniera parallela ci offre una moltitudine di sentieri per ristabilire un'ottima condizione fisica attraverso la sua energia chimico-spirituale. La natura è una fonte di guarigione immensa e sta a noi avvicinarsi al suo linguaggio; se oggi abbiamo perso quella connessione simbiotica arcaica è perchè la parte cerebrale sinistra dell'uomo ha prevalso in qualche modo sulla parte destra, sede del sentimento, della creatività e dell'amore, annichilendosi attraverso la stabilizzazione di scopi esclusivamente materiali ricoperti da un senso di potere disteso in tutte le sue forme.
Le culture indigene sciamaniche godono di una farmacopea ineguagliabile poichè hanno da sempre instaurato un rapporto indissolubile con i sistemi vegetali. Esse considerano le piante come essere senzienti in grado di aiutare gli sciamani e i pazienti nel processo di guarigione e di evoluzione.
Tra alcune di queste, in amazzonia ritroviamo le più importanti che sono: l'Ayahuasca, il San Pedro (Trichocereus pachanoi) e la Toè o Datura. Vengono chiamate "piante maestro" perchè sono in grado di curare e di innalzare l'individuo nella dimensione spirituale per via della loro forza psicoattiva, chiamate più generalmente sostanze enteogene.
In America si trovano circa 150 specie di piante psicotrope, utilizzate specificatamente in contesti sacri e ritualistici per agevolare il contatto dello sciamano con gli spiriti della natura e con il mondo sovrannaturale.
Tra quelle più potenti e trascendentali ne riporto qui di seguito alcune brevi descrizioni:
Ayahuasca: è composta principalmente da due ingredienti, la Banisteriopsis caapi (ayahuasca) e la Psychotria viridis (chiamato anche Chacruna dagli indigeni).
La funzione della Banisteriopsis caapi è quella di arrestare il compito degli enzimi MAO, dovuto dalla presenza di alcalodi (beta-carboline) quali: armina, armalina e tetra-idroarmina (THH) che agiscono conseguenzialmente all’inibizione dei composti MAO, consentendo alla DMT, ricavata dalla Chacruna di agire liberamente. La DMT è la principale fonte psicoattiva della bevanda e la sua potenza visionaria caratterizza il contenuto ritualistico delle cerimonie sciamaniche.
La chimica di questa bevanda è un naturale concentrato terapeutico di estrema validità. Sull’aspetto neurologico emerge una riorganizzazione serotoninergica che ristabilizza equilibrio e serenità nel soggetto interessato.
La serotonina è un importante neurotrasmettitore che interviene nella regolazione dei cicli circadiani, nel controllo dell’appetito, del comportamento e soprattutto dell’umore. Le beta-carboline presenti nella Banisteriopsis caapi, inibiscono gli enzimi MAO, favorendo l’assorbimento di DMT ed impedendo la degradazione della serotonina. Gli effetti pro-serotoninergici e pro-dopaminergici (come i farmaci I-MAO impiegati in psichiatria per le depressioni che favoriscono il rilascio di serotonina) ricavati dall’ayahuasca avvalorano un miglioramento nei recettori serotoninergici, fondamentali per il sano stato psicologico del paziente. Ha effetti immunomodulatori che potrebbero favorire una funzione antineoplastica.
Studi scientifici hanno dimostrato come questa pianta ha possibilità terapeutiche enormi, risolvendo nel 70% dei casi anche le dipendenze da droghe e alcol, superando i poveri risultati della medicina occidentale.
San Pedro (Trichocereus pachanoi): questo cactus è stato sempre usato da millenni nelle cerimonie di guarigione dei nostri antenati con un frequente utilizzo presente fino ad oggi.
Anch'esso ha portato alla finalizzazione di una moltitudine di guarigioni su patologie alquanto importanti come il cancro, il diabete e paralisi oltre a diverse risoluzioni a carattere psicologico.
Cresce nelle altitudini del Perù e viene chiamato con diversi nomi come
"el Pene de Dios", "il Pene di Dio" o "el remedio", "il rimedio".
Gli sciamani confermano che questa medicina permette di alzare il velo illusorio della realtà. tradizionalmente è usato per curare malattie, per vedere il futuro, raggiungere il successo nelle imprese e per contrastare la stregoneria. I curandero preferiscono usare i San Pedro con sette coste, cioè il numero di coste longitutidinali di cui sono costituiti, anche se vengono apprezzati per il loro potere curativo quelli con quattro coste, abbastanza rari, che sono in relazione con i quattro punti cardinali e i quattro venti.
Il principale alcaloide psichedelico contenuto nel cactus è la mescalina, accompagnato da tiramina, ordenina, 3-metossitiramina, analaninina, analonidina, 3,4-dimetossifenetilammine, 3,4-dimetossi-4-idrossi-B-fenetilammine, e 3,5-dimetossi-4-idrossi-B-fenetilammine, alcune di quest'ultime ritenute simpatomimetici, eccitanti i recettori adrenergici che provocano nell'organismo effetti eccitatori.
Sull'aspetto visionario può essere definito come una grande lente da cui osservare la natura nel suo linguaggio visivo ed empatico che da libero accesso alla captazione dei sistemi energetici invisibili.
Una sciamana andina così descrisse il San Pedro:“ci
aiuta a guarire, a crescere, ad apprendere ed a stare vigili così
che possiamo raggiungere i più alti stati di consapevolezza per
ricollegarci e capire che non c'è divisione tra Noi, la Terra ed il
Cielo. Ci insegna a vivere in equilibrio ed in armonia con
compassione e comprensione e come amare, rispettare ed onorare tutte
le cose. Il giorno in cui incontri il san pedro, da lì in avanti la
tua vita viene cambiata....sempre per il meglio."
Da
queste parole riprese da un articolo della famosa rivista americana
di sciamanesimo “Sacred Hoop”, si ritrova la testimonianza de "La
Gringa", la sciamana che sopra ha descritto la forza del cactus,
in cui durante una cerimonia col San pedro ha potuto vedere una scala
di luce in mezzo a un campo di grano. Credendo fosse un'allucinazione
chiamò il suo maestro sciamano per chiedere spiegazioni in merito a
ciò che stava vedendo. “Non c'è nulla da interpretare”, disse
scrollando le spalle. “E' una scala di luce”.“Vuoi dire che la
vedi anche tu?” gli chiese. “Certo!”, rispose, “Fai una foto
se non credi che sia lì”.
La foto esposta di seguito evidenzia l'oggettività di fondo di una realtà che nello stato ordinario può risultare impercettibile.
L'utilizzo di queste "piante maestro" può far accedere l'individuo a delle strutture dinamiche esistenti oltre la consueta decodificazione sensoriale, dovute dal contenuto flusso chimico-energetico e dalla conseguente espansione psico-percettiva.
Toè (Datura): alcuni vegetalisti amazzonici si specializzano in alcune piante di potere, tra cui quelli che lavorano con la Toè che vengono chiamati "toeseros".
La Datura è una delle più potenti piante enteogeniche, utilizzata a volte insieme all'Ayahuasca dagli Shuar ecquadoriani. Ha un'alta concentrazione di alcaloidi potenti e se bevuta ha un effetto visionario e spesso delirante che può durare anche per tre giorni. Le sostanze contenute sono alcaloidi tropanici, la miscela racemica atropina e scopolamina. Secondo la tradizione sciamanica amazzonica la Toè è in grado di trasportarti completamente in un'altra dimensione con possibili rivelazioni sul futuro dell'individuo che ne fa uso.
Può essere pericolosa se assunta in dosi non raccomandabili ma anche perchè porta il soggetto in uno stato di presente incoscienza con rari ricordi frammentati quando l'effetto perde la sua efficacia.
Fumando le foglie, si ha invece un effetto rilassante con un totale stato ordinario di coscienza. Fumata prima di andare a dormire può far materializzare nel contenuto onirico situazioni del soggetto passate, presenti e future.
Nell'Amazzonia, questa pianta viene usata per curare, applicando le foglie sulla parte inferma dopo un possibile trattamento dello sciamano sul paziente. La Datura permette anche di vedere luoghi, persone o oggetti lontani e in questo caso nei rituali viene usata per individuare una persona smarrita, la persona che può aver rubato l'oggetto o l'oggetto stesso. E' possibile anche adottare un altro metodo che consiste nell'applicare sulla fronte due foglie di Toè prima di andare a letto in modo da ottenere indicazioni sulla perdita.
Peyote (Lophophora): questo cactus, chiamato anche "pane degli Dei", è stato utilizzato fin dalla preistoria dai nativi americani, nei rituali sciamanici soprattutto in Messico centrale e settentrionale e dagli Huicholes e dai Tarahumara attraverso il conosciuto cerchio rituale, il rito del Peyote. E' una pianta curativa molto potente con un carattere introspettivo significativo. E' simile al San Pedro ma è leggermente più forte dato il maggior contenuto di mescalina presente e viene consumato masticando i "botones", le estremità superiori presenti nel cactus. Gli effetti che ne conseguono con l'assunzione sono euforia mentale, armonia con la natura e sinestesia sensoriale, cioè un'ampliamento dei sensi che si influenzano e si alimentano reciprocamente con una durata che si aggira intorno alle 12 ore, simile a quella del San pedro.
Anche il Peyote ha un effetto disintossicante soprattutto nella dipendenza da alcol poichè alcuni alcaloidi presenti nella pianta hanno somiglianze farmacologiche con gli alcaloidi neuroamino prodotti dal cervello quando si trova intossicato dall'alcol, accertando in questo modo il processo di disintossicazione causato dal cactus.
Viene considerato come un sacramento attraverso il quale Dio si manifesta all'uomo. Infatti da molte culture indigene il Peyote viene considerato come un Dio, da cui deriva il culto delPeyotismo. Questa pianta di potere non può generare solamente semplici allucinazioni ma permette di percepire aspetti diversi di un'altra realtà strutturata su energie sottili. Come scriveva Castaneda dalle parole del suo maestro Don Juan:
“Noi lanciamo sguardi distratti alle cose ma sappiamo ben poco dell’intero flusso di energia che ci viene da esse… Tutti guardano, ma ben pochi vedono. Essi sono i veggenti… Lo sciamano è un uomo che mette tutto se stesso in ciò che fa e qualunque cosa faccia lo fa per la conoscenza. Ogni sciamano segue la sua via della conoscenza. Può darsi che conosca ballando, ma allora non ballerà come un uomo comune, ballerà con tutto quello che ha, e ballare sarà il suo particolare modo di conoscere, cioè di essere nell’energia.”
Alcune sostanze enteogene come quelle sopra descritte siano in grado di amplificare la percezione della realtà riconducendo l'interazione dell'individuo con l'ambiente circostante su altri stati di consapevolezza, portando alla ricezione di frequenze ordinariamente nascoste e non necessariamente riformulando il contenuto dell'esperienza come frutto di errori sinaptici o costruzioni mentali.
Iboga (Tabernanthe iboga): è un arbusto perenne originario dell'Africa centro-occidentale che contiene la molecola psicoattiva ibogaina.
Questa incredibile pianta ha la capacità di interrompere la dipendenza da eroina nel giro di poche ore e non solo. Viene utilizzata anche per la disintossicazione da alcol, cocaina, crack e metanfetamina. Per la religione Bwiti, praticata dai popoli africani Babongo e Mitsogo del Gabon, l'Iboga è una è un'entità spirituale super-cosciente che guida il genere umano.
Forti dosi permettono a chi la consuma di viaggiare fuori dal corpo (OOBE), di vedere gli spiriti e interagire con essi, di oltrepassare la soglia materiale e raggiungere l'aldilà.
Viene accostata alle esperienze di pre-morte (NDE) poichè la sostanza può condurre ai limiti della morte con effetti visionari molto potenti. Oltre al trasporto trascendentale e profondo causato dall'Iboga, come detto prima, la sostanza ha un effetto farmacologico e terapeutico alquanto rilevante.
Albert Hofmann, chimico che scoprì l'LSD ne confermò l'efficacia:
"l'ibogaina
è un potente detossificante di tutto il corpo che aumenta il livello
di enzimi legati al metabolismo rendendolo più attivo; il
metabolismo va così a eliminare le tossine molto più velocemente
scacciando la tossicodipendenza per almeno due mesi, periodo in cui
il paziente viene seguito da psicologi e si impegna ad uscirne
totalmente".
La Natura ci offre le sue soluzioni ma spesso l'uomo non vuol carpire il suo linguaggio per via di poveri interessi fondati da un malato senso di potere.
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