Così diffuso nell'alimentazione quotidiana, e fonte di proteine alternative alla carne, l’uovo è un oggetto così comune nelle nostre case che difficilmente potremmo fermarci a riflettere sul suo profondo significato simbolico, radicato in tutte le culture e in tutte le epoche, che esso porta con sé. Concetti come l’«Uovo Cosmico» o «Uovo del Mondo», ad esempio, diffusi in tutte le culture più antiche, esprimono un significato cosmologico profondo che, ad esempio, hanno anticipato già seimila anni prima di Cristo, concetti scientifici come la Teoria del Big Bang solo recentemente entrata nel novero delle conoscenze scientifiche e accettate come tali. Come simbolo di fecondità e di vita eterna, l’uovo viene raffigurato in opere d’arte come quadri e statue; nell’arte cristiana, un uovo posto in mano alla Madonna o a Maria Maddalena assume degli aspetti simbolici del tutto particolari che sono poi confluiti simbolicamente in tutta la tradizione associata alla festa della Pasqua. Nell’Alchimia, come «Uovo dei Filosofi», l’uovo è il ricettacolo di quella trasformazione, interiore, da materia grezza a oro filosofale, la cosiddetta Grande Opera. Tanti significati diversi, dunque, ma solo in apparenza, come si potrà evincere al termine di questo studio, dal quale si potrà capire anche come la figura dell’Uovo sia frequentemente associata a quella del Serpente, un archetipo universale che rappresenta, in estrema sintesi, le forze cosmiche della Natura e la rigenerazione per mezzo di esse.
Fertilità e culti della dea
Pensando ad un uovo, immediatamente viene in mente la gallina, e con essa il pulcino che ne nascerà, ma in linea generale, vedendolo come mezzo di propagazione della vita in molte specie animali, l’uovo è normalmente considerato come un ricettacolo di vita, un involucro chiuso ermeticamente da un guscio coriaceo all’interno del quale una nuova vita si forma maturando nel tempo, per poi riemergerne al momento opportuno, dopo averne frantumato il guscio dall’interno.
Dunque l’uovo, nella sua forma perfetta, senza principio né fine come una sfera, e nel quale, tuttavia, è ben distinguibile una direzione, o orientamento, lungo un asse verticale attorno al quale si sviluppa la sua simmetria cilindrica, è un simbolo universale di fecondità, di vita eterna e di resurrezione.
È altre sì associato al Femminile, perché è la Donna a produrre l’ovulo il quale, fecondato, darà origine alla nuova vita. È per questo che negli antichi culti della Grande Madre troviamo questa forma richiamata sia nelle statue (vedi la forma rotondeggiante di certi attributi della fertilità di alcune statuine rappresentanti la Grande Madre, come i seni, i glutei e la pancia), sia negli stessi templi di culto (come nel caso delle camere di forma ovale dei templi megalitici di Malta, presso Hagar Qim e Mnajdra).
Ancora, ritroviamo il tema simbolico dell’uovo, principio femminile, e della lancia, l’equivalente maschile, nei cornicioni decorativi di moltissimi templi, sia antichi sia moderni (vedi, ad es., la Chiesa di Santa Maria del Priorato, a Roma) come mostrato nell’immagine sottostante, fotografata tra i templi monumentali di Baalbek, in Libano.
Frammento di tempio monumentale
(Baalbek, Libano)
Cornicione ornamentale con il motivo dell’uovo e della lancia (Baalbek, Libano)
L’Uovo Cosmico, origine del Mondo
Nell'analogia che nella Tradizione Ermetica accompagna, da sempre, la dimensione microcosmica, riferita all’Uomo, a quella macrocosmica, riferita al Mondo, l’uovo come origine della vita diventa l’uovo che dà origine al cosmo, l’«Uovo Cosmico», o «Uovo del Mondo».
Ad esempio, restando in tema dei culti della Grande Madre, è significativo citare un mito, riferito alla dea Eurinome (la Cibele dei Frigi), proveniente della tradizione Pelasgica. Si dice che la Dea, in principio emerse nuda dal Caos primordiale. Non trovando dove poggiare i piedi, divise il cielo dal mare e cominciò a danzare sulle sue onde, spostandosi in questa sua danza in direzione sud. Avvertendo, alle proprie spalle, il vento del nord che soffiava, le parve una cosa nuova e meravigliosa, e decise così di dare atto alla creazione. Ella afferrò il vento del nord, e lo sfregò tra le sue mani finché esso non prese la forma di un serpente, Ofione. Continuando a danzare in modo sempre più selvaggio e sensuale, finì per attrarre il desiderio del serpente, che infine l’avvolse nelle sue spire e si unì a lei. La Dea, trasformatasi in colomba, volò sul pelo dell’acqua e depose su di esse un uovo, comandando al serpente di avvolgerlo per sette volte. Ciò fatto, l’uovo cosmico alla fine si dischiuse, lasciando uscire tutte le cose del creato. In seguito a quest’atto il serpente inorgoglito cominciò a ritenersi egli stesso creatore, piuttosto che strumento della creazione, e la Dea irata per tanta superbia lo relegò al buio delle caverne.
Questo mito, dal quale traspare già il legame del serpente con le forze creatrici, in seguito relegate al mondo sotterraneo (il mito delle correnti telluriche), è assai simile ad uno ancora più antico, citato nei Veda, le quattro raccolte sacre di inni della tradizione induista portata in India dagli invasori provenienti dal nord ("Veda" è un termine sanscrito che significa "Sapere"). In esso si narra della dea Vinata, che guarda nella direzione in cui il limite dell’oceano si unisce con il cielo: dall’uovo cosmico che essa depone nasce un essere alato la cui prima opera sarà quella di riscattare la madre dal potere dei serpenti.
Nelle dottrine metafisiche degli induisti d'Oriente, quando Brahma si racchiude nell’Uovo del Mondo (Brahmanda), forma il germe primordiale della vita cosmica, chiamato "Hiranyagarbha", un nome che letteralmente significa "Germe d’oro" (una terminologia sulla quale torneremo, più avanti). In un passo dei Rig Veda (il "Libro dei Versi", uno dei quattro Veda), si afferma in proposito: "In un’oscurità profonda, come abisso tenebroso senza luce, il Germe che dormiva ancora nel suo involucro d’oro esplose, come unico essere, per il calore ardente". Questo testo, che risale ad un periodo compreso tra il 6000 e il 4000 a.C., ricorda troppo da vicino la moderna teoria del Big Bang secondo cui l’universo intero ha preso vita dal nulla da un’esplosione iniziale nel quale l’Energia pura ha cominciato a trasformarsi in Materia, una teoria che gli scienziati hanno cominciato a scoprire solo a partire dagli anni ’20 del 1900.
Come archetipo cosmogonico, l’Uovo del Mondo è presente in moltissime altre culture. Per la religionetaoista cinese (IV sec. d.C.), si descrive il mito di Pangu, il creatore del mondo. Narra il mito che all’inizio c’era solamente il Caos, che ad un certo punto si coagulò in un Uovo Cosmico impiegando in questo processo 18.000 anni. All’interno dell’uovo i principi primordiali Yin e Yangsi stabilizzarono fino a che non raggiunsero l’equilibrio. A questo punto, da questo equilibrio perfetto emerse il dioPangu, un essere gigantesco dall’aspetto selvaggio, villoso e provvisto di corna (come il dio greco Pan, si noti la sottile analogia anche etimologica). Esprimendo il desiderio di creare, Pangu prese una pesante ascia e con essa spaccò in due l’Uovo Cosmico, creando dalle due metà la Terra (Yin) e il Cielo (Yang). Pangu mantenne il Cielo e la Terra separati ponendosi tra essi e sorreggendo il cielo al di sopra della terra, e nel frattempo cresceva e li separava sempre più, in un processo che durò altri 18.000 anni. In questa operazione fu aiutato da quattro creature: una tartaruga, il Qilin (un essere cornuto simile ad una Chimera greca), la Fenice e un dragone. Al termine del periodo, Pangu terminò la creazione trasformando il suo respiro in vento, la sua voce in tuono, il suo occhio sinistro nel sole, quello destro nella luna ed infine il resto del suo corpo in montagne e tutta la superficie terrestre.
Nel Buddismo Zen dall’antico Giappone, all’inizio dei tempi era solo il Caos, racchiuso all’interno di un uovo al cui centro si celava il seme creatore.
Presso i Celti, l’uovo cosmico si chiamava Glain, ed era un uovo di colore rosso deposto su una spiaggia da un rettile marino.
Per i Bambara (l’etnia principale del Mali) in origine c’era un uovo vuoto che successivamente si è riempito e si è sviluppato in seguito all’azione di un soffio creativo dello Spirito.
Nel mito polinesiano Vari-Ma-Tetakere vive in una noce di cocco cosmica: si tratta di un adattamento regionale ma tuttavia si noti che anche la noce di cocco ha in realtà la forma di un uovo.
Infine, presso gli antichi Egizi, il mito si esplica nella figura della Fenice, un uccello leggendario che può vivere fino a 500 anni e che, sentendosi prossimo alla morte, si ritira in un luogo isolato e costruisce un nido a forma di uovo su una quercia, o una palma, intrecciando insieme ai ramoscelli anche arbusti di piante odorose, come l’incenso e lo spigonardo. Entrata nel nido, lasciava che il sole la incendiasse e la facesse bruciare completamente. Dopo la combustione completa, dalle ceneri rimaste emergeva una larva, o un uovo, che il sole faceva rapidamente crescere e maturare nell’arco di tre giorni. Da questo uovo rinasceva poi la nuova Fenice, giovane e potente, che volava via verso Heliopolis e andava a posarsi sull’Albero Sacro.
L'Arcano XXI - Il Mondo
L'ultimo arcano dei Tarocchi, contrassegnato dal n. 21, è "Il Mondo". La carta che lo rappresenta raffigura una donna nuda al centro di una corona a forma di uovo. Intorno ad essa, esternamente, stanno i simboli del Tetramorfo (un uomo, un aquila, un leone ed un toro). La donna tiene in mano due bacchette ed ha le gambe incrociate. In questa posizione con le braccia allargate, che formano un triangolo, l'intera figura richiama il simbolo alchemico dello Zolfo. Inoltre, i genitali sono coperti perché in realtà la figura è un androgino.
Orfismo, Mitraismo e misteri Dionisiaci
L’idea dell’Uovo come origine del cosmo è, similmente, alla base della cosmogonia dei Misteri Orfici. Secondo una tradizione, riportata da Damascio ("De Principia"), in principio esistevano tre forze primordiali: Chronos (il Tempo), Aither (l’Aria, o Pneuma, ossia il Soffio Vitale) e Chaos (il Caos). La creazione ebbe inizio quando Chronos fabbricò all’interno dell’Aria un Uovo, dal quale uscì Phanes, il Brillante, ossia la Luce. Phanes si accoppia successivamente con la Notte e dalla loro unione ebbero origine il Cielo e la Terra.
Nel corso di alcuni scavi archeologici condotti presso il sito mitraico di Housesteads, una località nella contea di Cumbria, in Inghilterra, in prossimità del Vallo di Adriano, fu ritrovata una statuetta in pietra raffigurante il dio Mitra che emerge da un anello zodiacale a forma di uovo. Il ritrovamento ha fatto supporre che nel culto mitraico il dio possa essere stato assimilato al dio-creatore orfico Phanes, che emerse dall’uovo cosmico per generare l’universo. A ulteriore conferma di questa ipotesi, si può citare un bassorilievo esposto presso il Museo Estense di Modena, che raffigura il dio Phanes che esce da un uovo, circondato dal cerchio dello Zodiaco (v. immagine a lato). Le tradizioni descrivono a volte il dio Mitra come nato, o spesso rinato, da una pietra (la cosiddetta 'petra genitrix') a forma di uovo attorno alla quale è attorcigliato il serpente cosmico. Si noti così il parallelo tra la tradizione pelasgica del serpente, avvolto in sette spire, attorcigliato all’uovo cosmico, ed i sette gradi di iniziazione del culto di Mitra. Si consideri inoltre la teoria dei Chakra, ugualmente in numero di sette, dislocati lungo tutto il corpo umano a partire dal più basso, che ha sede nell’osso sacro, al più alto, corrispondente alla ghiandola pineale, sulla sommità del capo. Anche qui l’energia cosmica che percorre i sette Chakra nel rito di iniziazione è raffigurata come un serpente, il Kundalini, che risale i Chakra lungo la colonna vertebrale. Si noti, altresì, la somiglianza col simbolo del Caduceo, emblema di Mercurio (il custode del primo grado mitraico), con i due serpenti attorcigliati attorno al bastone (la colonna vertebrale) in sette nodi, l’ultimo dei quali, costituito dalle teste fronteggiate dei due rettili, culmina, a seconda delle rappresentazioni, in una sfera, spesso munita di ali (simbolo dell’elevazione).
Analogia tra il simbolo del Caduceo e i sette Chakra
Nei Misteri Dionisiaci, le Baccanti celebrano il dio danzando con il tirso, il bastone al quale sono attorcigliate i pampini della vite, e che culmina con una pigna, simbolo della conoscenza. È il medesimo simbolo, e non è un caso che la ghiandola pineale, la sede dell’ultimo e più importante Chakra, laddove al culmine del processo iniziatico si aprirà il Terzo Occhio, quello della Conoscenza, sia chiamata così in relazione alla sua forma che ricorda appunto quella di una pigna. Ed arriviamo, dunque, a chiudere il cerchio, con l’immagine di un bassorilievo, esposto presso il museo di Carlisle, ancora in Cumbria, nell’Inghilterra del Nord, che raffigura il serpente cosmico avvolto in spire attorno ad una gigantesca pigna, che ha la forma di un uovo.
Omphalos in forma di pigna con serpente
(Museo di Carlisle, Cumbria, Regno Unito)
(Museo di Carlisle, Cumbria, Regno Unito)
L’Omphalos
Questa pietra in forma di uovo (o pigna) attorno alla quale è avvolto un serpente non è altri che unOmphalos, una pietra sacra posta in corrispondenza di un luogo consacrato (come il betilo, Beth-El, cioè la "Casa di Dio", che Giacobbe unse e innalzò come stele nel luogo "terribile" ove aveva sognato la scala che univa la Terra al Cielo).
La pietra sacra di Kermaria, quella su cui è scolpito in bassorilievo il simbolo del "Centro Sacro" e della quale avevamo parlato proprio in merito a quel simbolo, reca sul basamento una linea ondulata che la circonda su ogni lato, e che richiama ancora una volta l’idea del serpente avvolto attorno alla pietra.
L'Omphalos ovoidale presso la Chiesa
di Santa Maria della Libera, Aquino (FR)
Nel cortile antistante la chiesa di Santa Maria della Libera, presso Aquino (FR), è stata posta una pietra a sé stante dalla caratteristica forma ad uovo. Messa lì, in quella posizione, la pietra non può che avere funzione simbolica di Omphalos, di marcatore di un centro sacro, come d’altronde la presenza di numerose Triplici Cinte, ognuna diversa dall’altra, lascerebbe sottintendere.
Di esempi se ne potrebbero fare ancora tanti, ma il concetto dovrebbe essere ormai chiaro, e questo ulteriore senso simbolico attribuibile all’Uovo non andrebbe dimenticato.
L’«Uovo Filosofale» degli Alchimisti
Il Rebis che tiene in mano l'Uovo Filosofale
(Solomon Trismosin, Splendor Solis, 1513)
Abbiamo visto precedentemente che il germe primordiale della vita cosmica secondo le dottrine dei Veda è chiamato "Hiranyagarbha", letteralmente «Embrione d’oro», ed esso si trova all’interno dell’Uovo del Mondo (Brahmanda) quando Brahma mi si rinchiude dentro. Questa terminologia, che certamente deriva dall’osservazione pratica che, in un uovo reale, il vero germe della vita è contenuto nel tuorlo, che è di colore giallo-ambrato, ricorda molto da vicino la terminologia alchemica.
In effetti, esiste nel gergo e nel simbolismo alchemico il concetto di «Uovo Filosofale», che è la storta nella quale viene posta la Materia Prima e con la quale si procede alla Grande Opera nella cosiddetta "via umida", più lunga ma più sicura, contrapposta alla "via secca" in cui si opera con il crogiolo. Questo Uovo viene poi rinchiuso all’interno dell’Athanor, il forno tipico per le operazioni alchemiche, chiamato simbolicamente con diversi nomi, come Torre, Prigione o Caverna. In questo ruolo, dunque, l’Uovo Filosofico fa le veci simboliche dell’Uovo del Mondo mentre l’Athanor, nella solita corrispondenza microcosmo-macrocosmo diviene assimilato al "cosmo"
La "Materia Prima"
(Basilio Valentino, Azoth, 1613)
(Basilio Valentino, Azoth, 1613)
L’illustrazione qui sopra, estratta da un trattato di Basilio Valentino ("Azoth, sive Aureliae Occultae Philosophorum", Francoforte, 1613), mostra il Rebis, l’Androgino ermetico, circondato dai simboli planetari, che sormonta il drago. Il tutto è racchiuso in una forma ad uovo. Scrive l’alchimista nel testo di accompagnamento dell’immagine: “Io sono l'Uovo della Natura, che soltanto i Sapienti devoti e modesti conoscono, ed essi fanno nascere da me il microcosmo”.
L’Uovo dei Filosofi
(Michel Majer, Scrutinium Chymicum, 1687)
(Michel Majer, Scrutinium Chymicum, 1687)
Quando l’Uovo finalmente si dischiude, le due metà del guscio rappresentano, quella superiore, il Cielo, e quella inferiore, la Terra. La suddivisione dell’Uovo ad opera del filosofo è ben rappresentata in questa incisione allegorica, tratta da un trattato del filo-rosacrociano Michel Majer, lo "Scrutinium Chymicum". La rottura dell’Uovo, contenente il pulcino (la Pietra Filosofale) doveva avvenire per mezzo del fuoco (la spada). L’edificio quadrato sulla sinistra, dal quale provengono delle fiamme, non è altro che un’altra raffigurazione simbolica dell’Athanor, e si noti anche il numero dei merli sopra il muro di fondo, che è, ancora una volta, sette.
Dalla "Turba philosophorum", testo alchemico anonimo, tradotto dall’arabo, del XII sec., è tratto il seguente brano che allude al simbolismo alchimistico dell’Uovo e dei colori alchemici: «Sappiate che la nostra materia è un uovo; il guscio è la nave, e all’interno è bianca e rossa; lasciatelo covare dalla madre sette settimane o nove giorni, o tre giorni, o una, o due volte, oppure sublimatelo come vorrete, per 280 giorni. Nascerà un pulcino dalla testa rossa, le piume bianche e i piedi neri…».
La casella n. 52 in tre diversi tavolieri di Giochi dell’Oca
È anche significativo osservare che nel Gioco dell’Oca, un gioco che racchiude un vasto e complesso simbolismo esoterico, la casella n° 52 è chiamata la Prigione, o la Barca, o l’Arca. È una casella in cui il giocatore, se vi cade accidentalmente, deve rimanere finché un altro giocatore non giunga a liberarlo, oppure, in altre versioni, se ottiene determinate combinazioni di punti con i dadi. Alchemicamente, come abbiamo visto, la Prigione è un’allegoria del forno, entro il quale si pone l’Uovo Filosofico per procedere alla Grande Opera. L’Arca, in riferimento all’imbarcazione costruita da Noè per scampare al Diluvio Universale, è un simbolismo analogo, perché anch’essa, contenendo le coppie di animali che rigenerandosi daranno inizio alla nuova vita dopo il Diluvio, contiene dunque al suo interno il Germe della Vita, come un uovo.
Leda, il Cigno e i Dioscuri
Leda e il cigno, Jacopo Carrucci da Pontormo
(olio su tavola, 1512-1513, Galleria degli Uffizi, Firenze)
(olio su tavola, 1512-1513, Galleria degli Uffizi, Firenze)
Nella mitologia greca, l’uovo viene contemplato nel mito di Leda. Secondo una delle versioni più semplici di questo mito, Leda, la regina moglie di Tindaro, re di Sparta, si trovava sulle sponde del fiume Euroto quando Zeus, invaghitosi di lei, la sedusse sotto la forma di un candido cigno e si accoppiò con lei. Le cose si complicarono quando quella stessa notte Leda giacque anche con suo marito. Il risultato fu che Leda partorì un uovo allo schiudersi del quale nacquero due gemelli,Castore e Polluce, insieme alla bellissima sorella Elena (che diverrà poi Elena di Troia). Secondo un’altra versione, le uova partorite da Leda furono invece due: da uno nacquero Castore e Polluce, dall’altro Elena e Clitennestra. La complicazione fu che mentre Polluce ed Elena erano figli di Zeus, Castore e Clitennestra avevano per padre Tindaro. Castore e Polluce, anche noti come i "Dioscuri", sono commemorati nella costellazione dei Gemelli, ed è ad essi che, nella successiva trasposizione cristiana, si sono ispirate le leggende dei due santi Cosma e Damiano, protettori dell’ordine medico.
A commemorazione di questo mito, a Sparta, presso il tempio detto delle Leucippidi, si venerava il guscio spezzato di un uovo gigante, appeso con un filo sulla volta, che si riteneva essere l'uovo fatto da Leda. Questo tema verrà ripreso durante il Rinascimento dal pittore Raffaello, che immortalerà l'uovo nella sua famosa "Pala di Brera".
original :www.angolhemes.com
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