L’OMBRELLO GIALLO
(ovvero…Se quando piove sei triste… cambia ombrello!)
C’era una volta un paese
grigio e triste dove, quando pioveva, tutti gli abitanti giravano per
le strade con degli ombrelli neri. Sempre rigorosamente neri. E sotto
l’ombrello tutti avevano una faccia aggrondata e triste. Come del
resto è giusto che sia sotto un ombrello nero.
Ma un giorno che la pioggia
scrosciava, proprio nell’ora di punta, si vide circolare un signore
un po’ bizzarro che passeggiava sotto un ombrello giallo.
E come se
non bastasse, quel signore sorrideva. Alcuni passanti lo guardavano
scandalizzati e mugugnavano: “Guardate che indecenza! E’
veramente ridicolo con quel suo ombrello giallo. Non è serio. La
pioggia invece è una cosa seria e un parapioggia deve essere nero”.
Altri montavano in collera e dicevano forte: “Ma che razza di idea
è quella di andare in giro con un ombrello giallo?. Quel tipo è
solo un esibizionista, uno che vuol farsi notare a tutti i costi. Non
è per niente divertente!”.
In effetti non c’era
niente di divertente in quel paese, dove pioveva sempre e gli
ombrelli erano tutti neri. Solo la piccola Marta non sapeva che cosa
pensare. Un pensiero le ronzava però nella mente. “Quando piove,
un ombrello è un ombrello, Che sia giallo oppure nero, quello che
conta è avere l’ombrello”. D’altra parte quel signore aveva
proprio l’aria felice sotto il suo ombrello giallo e Marta si
chiedeva il perché.
Un giorno, all’uscita di
scuola, Marta si accorse di aver dimenticato il suo ombrello nero a
casa. Scosse le spalle e si incamminò verso casa a testa scoperta,
mentre la pioggia le bagnava i capelli. Dopo un po’ incrociò
l’uomo dall’ombrello giallo che le propose sorridendo: “Vuoi
ripararti?”. Marta esitava: se accettava e si riparava sotto
l’ombrello giallo, tutti l’avrebbero presa in giro, ma poi pensò:
“Quando piove un ombrello è un ombrello. Che sia giallo oppure
nero è sempre meglio avere un ombrello che non averlo per niente”.
Così accettò e si riparò sotto l’ombrello giallo accanto al
signore gentile.
E allora Marta capì perché
quel signore era sempre felice: sotto l’ombrello giallo il cattivo
tempo non esisteva più! C’era un gran sole caldo nel cielo azzurro
e degli uccellini che cinguettavano. Marta aveva un’aria così
sbalordita che il signore scoppiò in una risata: “Lo so, anche tu
mi prendi per un pazzo, ma voglio spiegarti tutto. Un tempo ero
triste anch’io, in questo paese dove piove sempre. Avevo anch’io
un ombrello nero. Ma un giorno, uscendo dall’ufficio, dimenticai
l’ombrello e partii verso casa a testa scoperta. Per strada
incontrai un uomo che mi propose di ripararmi sotto il suo ombrello
giallo. Come te, esitavo, perché avevo paura di farmi notare, ma
poi accettai perché avevo più paura di buscarmi un raffreddore. Mi
accorsi che sotto l’ombrello giallo il cattivo tempo non esisteva
più. Quell’uomo mi insegnò che persone erano tristi perché non
si parlavano da un ombrello all’altro. Poi improvvisamente l’uomo
se ne andò e mi accorsi che ero rimasto con il suo ombrello giallo
in mano. Lo rincorsi, ma non riuscii più a trovarlo. Ho conservato
l’ombrello giallo e il bel tempo non mi ha più lasciato”.
Marta esclamò: “Che storia! E non
sente imbarazzo a tenersi l’ombrello di un altro?”.
Il signore
rispose:
“No, perché so bene che questo ombrello è di tutti.
Quell’uomo lo aveva senza dubbio anche lui ricevuto da qualcun
altro”.
Quando arrivarono davanti
alla casa di Marta si dissero arrivederci. Marta allora si accorse di
tenere in mano l’ombrello giallo e cercò di rincorrere quel
signore per restituirglielo, ma il signore gentile era già
scomparso. Così Marta conservò l’ombrello giallo, ma sapeva già
che quell’ombrello speciale avrebbe ben presto cambiato
proprietario e sarebbe passato in tante altre mani, per riparare
dalla pioggia tante altre persone e portare loro il bel tempo.
(LianaManfrini)
Il signore rispose:
“No, perché so bene che questo ombrello è di tutti.
Quell’uomo lo aveva senza dubbio anche lui ricevuto da qualcun altro”.
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