Tatuaggi e sessualità



Tatuaggi e sessualità
di Cristina Tedeschi*


image10 84x113 Tatuaggi e sessualitàIl tatuaggio?

Sembra diventato una nuova arma di seduzione femminile. Almeno secondo alcuni uomini francesi. E’ quanto emerge dai risultati di un “particolare” sondaggio realizzato da un gruppo di ricercatori universitari, e riportato dal Daily Mail, condotto nelle spiagge della Bretagna del Sud, tra il 2008 e il 2009. Le donne tatuate sono considerate dagli uomini della Bretagna più attraenti e più propense ad essere “corteggiate”, oltre che “disponibili” nei confronti del sesso. Probabilmente questa associazione fra tatuaggio e sessualità è la causa della gran moda del tatuaggio fra i 20/30 enni, mentre per alcuni precursori ormai di una certa età si è già nella fase discendente e si ricorre al chirurgo plastico per eliminare i vecchi tatuaggi.
Ma cosa significa un tatuaggio, come rispecchia il carattere della persona? Una disciplina nata di recente è la psicologia del tatuaggio che ci allieta con l’analisi dei segni impressi quasi indelebilmente sulla pelle.

Avete un pavone tatuato su una spalla? Complimenti, siete persone sicure di voi stesse. Il vostro tatuaggio è un veliero in pieno petto? La diagnosi è chiara: bisogno d’affetto. Se poi avete scelto lo scorpione, siete logici e razionali, ma diventate distruttivi se non ottenete ciò che volete. E diffidate da possibili partner con tatuaggi di cuori circondati da fiamme: sono individui gelosissimi, aggressivi, pungenti, che considerano l’altro come una proprietà privata.
Quando si tratta del nostro corpo, il significato dei simboli non può essere interpretato con la semplice intuizione, ma va cercato nell'inconscio. “La scelta del disegno e della zona da tatuare non è mai neutra, ma rimanda al mondo dei simboli e fa emergere quello che è nascosto all’interno dell’individuo, il suo vero carattere”, spiega Anna Maria Casadei, storica dell’arte e studiosa di psicologia che da tempo classifica i tatuaggi e il loro significato rispetto alla personalità. Se il tatuaggio si trova in una parte anatomica normalmente nascosta come l’ombelico o l’interno cosce, la persona è timida e insicura, con forte senso di inferiorità. La caviglia è la zona preferita dalle donne sospettose e gelose, ma anche molto femminili e dagli uomini competitivi e battaglieri.
Tatuarsi le zone genitali, infine, assume significati opposti per uomini e donne. Combattive, autonome e sensuali queste ultime. Maldestri e passivi i primi. Secondo uno studio diretto da Lucia Colombo, ricercatrice del dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano, la zona da tatuare varia anche a seconda del sesso: gli uomini preferiscono la schiena, la spalla e il braccio destri. Le donne, la caviglia e il polso, adatti ai disegni più piccoli come fiori, rondini o delfini, che sono i prediletti dal sesso femminile.
Il soggetto più tatuato in assoluto è il drago. Punto di incontro tra cultura orientale e occidentale, secondo gli psicologi è metafora della forza originaria e generatrice e testimonia il desiderio di affermazione di chi lo porta.
Sempre in tema di rettili, anche il serpente è molto rappresentato. “Si tratta chiaramente di un simbolo fallico e infatti questo animale è presente in tutte le mitologie. Attrae perché è sempre in bilico tra il bene e il male”, dice Anna Maria Casadei.
E se invece la preferenza cade sugli ideogrammi giapponesi? Non ci sono dubbi, la scelta rivela un animo raffinato, gusto estetico e fedeltà in amore. Eroi guerrieri, vichinghi e motivi celtici costituiscono un’altra categoria molto precisa e sottintendono valori aggressivi. “Non a caso sono i simboli scelti dagli skinhead e rimandano a una ipotetica comune matrice etnica e culturale, alla quale i gruppi di estrema destra sostengono di ispirarsi”, dice Alessandra Castellani, antropologa dell’Università La Sapienza di Roma ed esperta in culture giovanili. Opposta e complementare a questa posizione c’è la passione per gli Indiani d’America, popolo identificato con l’oppressione e la privazione della libertà. Secondo gli psicologi del tatuaggio, quindi, la testa di un pellerossa comparirà più facilmente sul braccio di una persona impegnata a favore delle minoranze e molto curiosa nei confronti di altre lingue, storie e religioni.
image11 150x84 Tatuaggi e sessualità
“Il tatuaggio oggi assolve le stesse funzioni che aveva nelle società tradizionali, anche se reinterpretate secondo i nostri codici culturali”, afferma Lucia Colombo, dell’Università Cattolica di Milano. “Al tatuaggio dunque si ricorre sempre per abbellirsi, comunicare, appartenere a un gruppo, esorcizzare le paure”. Per questo viene “indossato” ed esibito come un gioiello. Serve a piacere agli altri, ma soprattutto a se stessi. Come dimostra l’autocompiacimento narcisistico che si prova nell’osservarlo sulla propria pelle. “Ma il tatuaggio è anche trasgressione. Infrange il tabù del corpo intoccabile, da conservare così come ci viene dato”, osserva Alessandra Castellani. Insomma, possiamo lasciare tracce indelebili sulla pelle, come rifarci il naso o il seno. “Rispetto alla chirugia plastica, però, il tatuaggio recupera un rapporto con il corpo più profondo”, interviene Giovanna Salvioni, docente di Etnologia all’Università Cattolica di Milano. “La prima si limita a omologare, a ripristinare un ideale estetico prefissato. Il tatuaggio, invece, rende unico l’individuo”. Per i più giovani, poi, tatuarsi significa appartenere a un gruppo, a un movimento, a una “tribù”.
*medico chirurgo specialista in Ginecologia ed Ostetricia, autrice diwww.babeland.it

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