(Tratto
dal libro di Lise Bourbeau–Le 5 ferite e come guarirle)
L’
infanzia e l’adolescenza sono l’ alba e il mattino della vita
dell’ uomo: gli eventi vissuti in questo periodo lasciano il segno
e condizionano la vita futura.
Per
alcuni l’alba della vita non è stata serena. Le ferite sono state
dolorose e possono essere ancora aperte. Sono sorte delle difese,
delle maschere, nelle emozioni e nel comportamento.
Queste
maschere, o forme corporee, hanno lo scopo di evitare le antiche
sofferenze. Le maschere sono protezioni; aiutano ma non fanno essere
noi stessi, perchè impediscono di vivere liberamente la vita.
Il
rifiuto, l’abbandono, l’ umiliazione, il tradimento, l’
indifferenza, la derisione e l’ingiustizia sono ferite profonde.
Queste bloccano la capacità di essere noi stessi e condizionano
profondamente la nostra vita.
In
questo post troverai delle immagini di alcune figure corporee.
Secondo la forma e l’ immagine del corpo possiamo conoscere la
nostra ferita e capire i tormenti intimi e più profondi dell’animo.
Queste
ferite sono responsabili del disagio, la sofferenza e le maschere
costruite per proteggere dall’ angoscia.
Nell’
articolo si può vedere che ogni ferita ha una particolare immagine
corporea. In alcune persone le ferite sono più di una, allora
il corpo assume più di una conformazione.
La
forma del corpo può cambiare nel corso della vita, se la ferita è
ristabilita o sono sorti altri adattamenti.
Le
ferite originarie spiegano anche la difficoltà a modificare figura,
vedi il fallimento delle diete o la guarigione da disturbi come
l’anoressia.
FERITA
MASCHERA (o Carattere)
1-Rifiuto Fuggitivo
2-Abbandono Dipendente
3-Umiliazione Masochista
4-Tradimento Controllore
5-Ingiustizia Rigido
Tanti
problemi di natura emotiva, mentale o corporea derivano da queste
ferite. Queste sono anche le principali forme di condizionamento
della nostra esistenza.
Le Ferite del RIFIUTO
Caratteristiche della ferita da Rifiuto
Il rifiuto è
una ferita vissuta dalla persona che si è sentita respinta e
rifiutata in tutto il suo essere e nel suo diritto di esistere.
La
definizione del termine ‘rifiuto’ o ‘rifiutare’ si intende:
espellere,respingere, non ammettere, cacciare, essere intolleranti
verso…, mettere da parte, allontanare.
La
ferita del ‘rifiuto’ si distingue dalla ferita ‘dell’
abbandono’ perché abbandonare qualcuno significa: allontanarsi da
questa persona, mentre rifiutare qualcuno significa respingerlo, non
volerlo vicino, escluderlo dalla propria vita, non volerlo sentire.
Lineamenti
della FERITA DA RIFIUTO
La ferita
del rifiuto origina un carattere, una modalità o una maschera
da fuggitivo.
Insorgenza:
Precocemente, fin dal concepimento.
Genitore:La
ferita del rifiuto viene risvegliata dal genitore dello stesso sesso.
In futuro, chi è stato rifiutato proverà sentimenti negativi nei
confronti di quel genitore. Proverà risentimento, non vorrà
accettarlo e i rapporti saranno difficili.
Nei
rapporti col genitore del sesso opposto, il fuggitivo, anziché
sentirsi rifiutato, ha paura di mostrarsi come uno che rifiuta, di
conseguenza si trattiene nelle azioni e nelle parole nei suoi
riguardi. Se vive un’ esperienza di rifiuto col genitore di sesso
opposto, penserà di essere lui stesso la causa, e che se l’altro
l’ ha rifiutato è per colpa sua.
Maschera:
fuggitivo. I comportamenti sono propri ‘di un fuggitivo, ossia di
una persona che non vuole apparire, imposti dalla paura di rivivere
la ferita del rifiuto.
Carattere:
La prima reazione di una persona che si sente rifiutata è la fuga.
Ricerca la solitudine. Il bambino che si sente rifiutato va a crearsi
la maschera del fuggitivo. Si crede una nullità, per questo sarà
assente,con la testa fra le nuvole, solitario e sfuggente. Più tardi
ricercherà la solitudine, perché pensa che se riceve troppa
attenzione ha paura di non sapere come comportarsi.
E’
come se la sua esistenza fosse di troppo. In famiglia o in qualsiasi
gruppo, tende a scomparire, a nascondersi, a sentirsi indegno, a non
avere il diritto di ribattere.
Corpo:
magro, ridotto, striminzito o mingherlino. Si tratta di un corpo che
non vuole occupare troppo spazio, esattamente come il suo carattere,
anche il suo corpo sembra chiudersi in se stesso. Questo è un modo
di non essere presente completamente in ciò che accade, per paura di
soffrire.
Disturbi
e malattie
-Soffre
frequentemente di diarrea, vomito, allergie ( che sono un riflesso
del senso di rifiuto), aritmia,problemi respiratori, svenimento,
capogiri, ipoglicemia, diabete.
– La
paura più grande sono gli attacchi di panico. Può soffrire di
agorafobia.
-Se
sviluppa molto odio nei confronti di un genitore, in seguito al
dolore di un rifiuto e crede di essere arrivato al limite, emozionale
e mentale, può diventare depresso o addirittura un
maniaco-depressivo.
Se
prova molta difficoltà a perdonarsi di non aver voluto bene un
genitore, oppure prova risentimento, o addirittura odio, e non riesce
ad accettarlo, allora può sviluppare anche un cancro.
Il
cancro è spesso associato al rancore o all’ odio, in seguito ad un
dolore vissuto nell’ isolamento. Se
riesce a confessare a se stesso di aver provato questi sentimenti
negativi, non avrà questa malattia. Il cancro si sviluppa
soprattutto nelle persone che hanno sofferto molto e che si
autoaccusano.
Il
cancro indica che non permette al bambino che è dentro di lui di
aver sofferto, o di aver provato astio e rifiuto verso un genitore.
Sarebbe come ammettere di rifiutare chi accusiamo di averci rifiutati
e noi non vogliamo rifiutare, perché non accettiamo di procurare
agli altri la ferita del rifiuto.
Se
riconosci di avere la ferita da rifiuto, ricordati che più la ferita
è forte, più attiri a te circostanze tali da venire rifiutato o di
rifiutare qualcuno. Più il fuggitivo si auto-rifiuta, più ha paura
di essere rifiutato.
Ferita
da ABBANDONO
Ferita
dell’abbandono
Caratteristiche della ferita da Abbandono
La
ferita da ‘abbandono’ si distingue dalla ferita
‘del rifiuto’ perché abbandonare qualcuno significa:
allontanarsi da questa persona per qualcun altro, non volersene
occupare.
Molti
confondono il rifiuto e l’ abbandono . La differenza è che
abbandonare significa lasciarlo, andarsene, separarsi
temporaneamente, mentre rifiutare qualcuno significa respingerlo, non
volerlo vicino, escluderlo dalla propria vita, non volerlo sentire.
Un
bambino piccolo può sentirsi abbandonato:
-se
arriva un fratellino più piccolo e la mamma si trova assorbita dal
neonato.
-se
i suoi genitori sono entrambi impegnati nel lavoro e hanno sempre
poco tempo per lui.
-Quando
ha un ricovero ospedaliero e viene lasciato da solo.
-Quando
i genitori vanno in vacanza e lo lasciano presso un’altra famiglia.
-Quando
la mamma è continuamente malata e il padre deve sempre occuparsi di
lei.
Aspetti
della Ferita da Abbandono
L’abbandono fa indossare una modalità o maschera da‘persona dipendente’.
Insorgenza:
Precocemente, tra il primo e il terzo anno con il genitore del sesso
opposto. Questa ferita viene risvegliata dalla mancanza di nutrimento
affettivo o da sensazioni che richiamano gli episodi di
abbandono.
Maschera:
Dipendente. I comportamenti sono imposti dalla paura di rivivere la
ferita dell’abbandono.
Corpo:
allungato, sottile, molle, schiena un po’ curva, gambe fiacche,
parti del corpo che sembrano flaccide.
Carattere:
La ferita da abbandono fa sentire, poco autonomi, bisognosi di
attenzioni, di presenza e, particolarmente, di sostegno. Ha
difficoltà a fare e decidere da solo, per questo chiede consigli,
che poi non li segue.
Di
carattere sensibile, ha difficoltà a sentirsi dire di ‘no’, ad
accettare una disapprovazione. Vuole essere protagonista, perché se
non è al centro delle attenzioni prova angoscia.
Tende
alla tristezza o al pianto facile. Attira la pietà. Ha alti e bassi
dell’ umore: un giorno è allegro, un altro è triste. Si aggrappa
fisicamente, anche se ama la sua indipendenza .
Paura
più grande: la solitudine. Ha grande bisogno dell’ aiuto altrui,
per non sentirsi solo.
Alimentazione:
Buona forchetta Tende a mangiare lentamente. Bulimico.
Disturbi
e malattie:
Da
bambino è stato con una salute cagionevole, spesso malato e debole.
-Soffre
frequentemente di asma, problemi ai bronchi (riflesso di non ricevere
abbastanza dalla propria famiglia), problemi respiratori.
-Disturbi
al pancreas (ipoglicemia e diabete) e alle ghiandole surrenali.
-Fragilità
dell’ apparato digerente ( La sua sensibilità mentale gli dà
convinzioni di non essere stato nutrito a sufficienza)
-Miopia
( vista come difficoltà di vedere lontano, perché collegata alla
paura del futuro e alla paura di far fronte da soli al futuro).
-Può
avere emicranie, problemi alla schiena.
Può
soffrire di isteria (perché fa sentire nel ruolo di vittima),
depressione e agorafobia.
-Può
soffrire di malattie rare, o di malattie ‘incurabili’, che
attirano maggiormente le attenzioni, perché i comportamenti
propri del carattere arrendevole e rispettoso (carattere dipendente)
sono dettati dalla paura di rivivere la ferita dell’abbandono.
Ferita dell’ UMILIAZIONE
Ferita
da Umiliazione
Chi
ha questa ferita si sente sminuito, mortificato, degradato,
criticato, sottovalutato e vergognoso.
Il
risveglio di questa ferita avviene quando il bambino sente che uno
dei suoi genitori si vergogna di lui, o quando combina un guaio e
viene sgridato davanti a tutta la famiglia.
Se
viene rimproverato in pubblico quando si fa la pipì addosso, quando
è vestito male e viene deriso, o quale che sia le circostanze che
conducono il bambino a sentirsi ripreso, criticato, mortificato,
sminuito, confrontato o vergognoso, la ferita si sveglia, si
ingrandisce e si diffonde.
La
ferita si risveglia quando sente la mamma che riferisce l’accaduto
al papà o ad altre persone, mortificandolo e facendolo vergognare.
Il
bambino può percepire il disgusto dei genitori o degli adulti e
sentirsi umiliato e vergognoso.
Se
i genitori mortificano il bambino, davanti agli altri perché è
goffo, non si comporta bene, perché si è sporcato, perché è stato
sorpreso ‘quando si toccava’, ecc., l’ umiliazione sarà
ancora maggiore.
Questo
comportamento può far credere al bambino che i suoi genitori sono
disgustati di lui.
Carattere: La
persona con questa ferita, spesso, si vergogna di sé e ha paura che
gli altri si vergognano di lui. Per se stesso prova disgusto. Punisce
se stesso, credendo di punire l’altro. Mantiene il controllo su
tutto per evitare la vergogna.
L’umiliazione fa indossare la maschera del masochista.
Infatti,
quasi sempre, in maniera inconscia, cerca di farsi del male o di
punirsi prima che lo facciano altri.
Soffre
per l’umiliazione e indossa una maschera da masochista per evitare
di vivere il dolore associato all’ umiliazione.
Corpo:Grasso,tondo,
non tanto alto, collo grosso e rigonfio, tensioni al collo,alla gola,
alle mascelle, al bacino.
Dal
punto di vista corporeo, dal momento che questa persona si crede
sporca, senza cuore, un maiale o comunque molto meno importante delle
altre, sviluppa una massa di grasso di cui ha vergogna.
Molte
di queste persone fanno fatica a riconoscere il corpo e la ferita da
umiliazione. Per molte di loro è difficoltoso riconoscersi tale,
perché riescono a controllare bene il proprio peso.
E’
empatico. Conosce le proprie necessità, ma non le ascolta. Fa del
suo meglio per essere sempre occupato, in quanto ‘ essere libero’
significa ‘illimitato’. Se è senza limiti ha paura di strafare,
di straripare,mettersi in mostra ed essere deriso.
Massima
paura: la libertà. Per questo si riempie di impegni, anche
inutili, ma che gli impediscono di stare senza fare nulla.
E’
ipersensibile. Compensa e si gratifica col cibo.
Attenzione,
se tu prendi peso facilmente e diventi rotondo appena smetti di
tenere sotto controllo il peso, può darsi che tu soffra della ferita
da umiliazione.
Ferita da TRADIMENTO
Ferita
da tradimento
Molti
di quelli che soffrono di tradimento hanno sofferto perché il
genitore di sesso opposto’ non ha mantenuto la parola’.
Un
bambino può sentirsi tradito ogni volta che il genitore di
sesso opposto non mantiene una promessa o ogni volta che tradisce la
sua fiducia.
Sentirsi
traditi significa sentirsi abbandonati, delusi, ingannati, e la
fiducia è venuta meno.
Essere
fedele significa mantenere i propri impegni, essere leale e colmo di
dedizione.
Di
una persona fedele ci si può fidare. Ogni volta che la fiducia è
distrutta, si può soffrire per il tradimento.
Questa
ferita si risveglia fra i due e i quattro anni, nel momento in cui si
sviluppa l’energia sessuale. A questa età si sviluppa il Complesso
di Edipo.
Secondo
Sigmund Freud, padre della Psicanalisi, ogni bambino, fra i due e i
sei anni, si innamora del genitore del sesso opposto, o della persona
che svolge questo ruolo. Questo avvenimento spiega il comportamento
delle bambine che cercano di sedurre il papà e i maschietti che
cercano di sedurre la mamma.
Tutti
viviamo questo complesso, ma a gradi diversi.
Una
bambina è gelosa se vede il papà con la mamma e vive il tradimento
anche quando viene messa da parte dal padre, in seguito all’ arrivo
di un fratellino.
Il
bambino vuole il genitore di sesso opposto tutto per sé, senza
dividerlo con nessuno.
Ma
la mamma ha comunque bisogno di occuparsi anche d’altro, compresi
gli altri membri della famiglia. Se la madre ( o il papà) soddisfa
tutti i capricci del piccolo, diventandone quasi schiavi, il bambino
incomincia credere di poter sostituire il genitore dello stesso
sesso, e d’essere in grado di rendere felice la mamma ( o il papà).
I
genitori devono aiutare a superare bene questa fase. La mamma deve
far sentire senza gelosia, la presenza del papà e che è importante
quanto lei. Lo stesso vale per la bambina.
Il
complesso di Edipo è vissuto male quando accade che la madre è
troppo possessiva nei riguardi del figlio e il padre nei confronti
della figlia.
Il
bambino può sentirsi tradito ogni volta che il genitore di sesso
opposto tradisce la sua fiducia.
Quando
il bambino incomincia a vivere ripetutamente esperienze di
tradimento, si crea una maschera di protezione.
Questa maschera è quella del CONTROLLORE, o di chi ha
bisogno di fare continui accertamenti.
Questa
maschera, o questo atteggiamento, serve per appurare che gli altri
mantengono i propri impegni, sono fedeli e responsabili.
I
comportamenti tipici del controllore, nella fase adulta, sono dettati
dalla paura di rivivere la ferita del tradimento.
Fra
le maschere relative alle cinque ferite l’esigenza ossessiva del
controllo fa alimentare le maggiori aspettative nei confronti degli
altri, perché desidera poter prevedere tutto, in modo da tenere le
cose sotto controllo e se può continuare a potersi fidare degli
altri.
Caratteristiche
Inizio
della ferita: fra i due e i quattro anni di età, con il genitore di
sesso opposto. Scaturisce dalla violazione della fiducia, nella
connessione amore/sessualità e nelle aspettative non corrisposte.
Maschera:
controllore, investigatore.
Corpo:
esibisce forza e potere. Nell’uomo le spalle sono più larghe delle
anche; nella donna, le anche sono più larghe e più forti delle
spalle. Ventre rotondo.
Sguardo:
Intenso e seducente. Coglie tutto in un’ occhiata.
Vocabolario:
“Hai capito?, Sono capace, lasciami fare da solo, lo sapevo, fidati
di me, non mi fido di lui”.
Carattere:
si giudica molto affidabile, responsabile e forte. Cerca di essere
speciale e importante. Non mantiene gli impegni presi e le promesse,
oppure si sforza per mantenerli. Mente facilmente.
Manipolatore, seduttore, commediante.
Ha
molte aspettative. Impaziente, intollerante, tendenza a
ripudiare e a rinnegare chi ha sbagliato, a non offrire una seconda
chance. Si confida con difficoltà. Non mostra la propria
vulnerabilità. Scettico. Ha sbalzi d’umore. E’ convinto di aver
ragione, cerca di convincere l’altro.
Ha
paura dell’ indipendenza e dell’autonomia. Dà ottime prestazioni
per farsi notare
Massima
paura: dissociazione, separazione, rinnegamento.
Alimentazione:
buon appetito; mangia rapidamente. Aggiunge sale e spezie. E’ in
grado di controllarsi quand’è occupato, ma poi perde il controllo.
Possibili
malattie: malattie che riguardano il controllo e la perdita di
controllo, agorafobia, spasmofilia, apparato digerente, malattie che
finiscono con il suffisso “-ite”, herpes alla bocca.
Ferita da INGIUSTIZIA
Ferita
da Ingiustizia
Il
sentimento dell’ ingiustizia è caratteristica di una persona a cui
sono mancate giustizia, correttezza, equità, imparzialità,
rettitudine, onestà e moralità.
Una
persona che soffre di ingiustizia non si sente apprezzata nel suo
giusto valore; non si sente rispettata o non crede di ricevere quanto
merita.
Chi
soffre di ingiustizia è più incline a provare invidia nei
confronti di chi ha più di lui e che, a suo avviso, non lo merita.
La
ferita da ingiustizia è causata se c’è la convinzione di non
ricevere in modo equo e in maniera adeguata.
Questa
ferita si risveglia fra i tre e i cinque anni, ossia nel momento in
cui prende coscienza d’ essere un essere umano, un’ entità a sé
e con le sue particolarità.
Il
bambino vive questa ferita soprattutto con il genitore dello stesso
sesso. Soffre per la sua freddezza, per la sua incapacità di
comprendere o di comunicare.
Soffre
per l’autoritarismo del genitore, le sue critiche frequenti, la sua
severità, la sua intolleranza o il suo conformismo.
La
reazione di fronte all’ ingiustizia porta a tagliare i ponti con il
proprio sentire, a non ascoltarsi, a non rendersi conto delle proprie
esigenze, allo scopo di proteggersi di fronte alla freddezza e ai
rifiuti.
La
maschera che il bambino si crea per difendersi dalla ferita dell’
ingiustizia è quella della RIGIDITA’.
Fin
da bambino, il rigido si rende conto di essere apprezzato più per
ciò che fa, che per ciò che è. Questo lo offende, lo vive come un’
ingiustizia. Anche se questo non è vero, lui ne è comunque
convinto.
Pur
vivendo l’ ingiustizia, per avere affetto diventa estremamente
efficace. Fa il possibile per non creare problemi, per non avere
problemi, e anche quando ne ha tanti, preferisce dire di non averne,
pur di evitare di percepire la sofferenza che a tali problemi è
collegata.
Non
chiede aiuto. Crede che dicendo spesso «Non c’è problema!» fa
del suo meglio per risolverli da sé, così riesce a nascondere a se
stesso e agli altri quello che prova, perché non si sente compreso.
Teme
l’autorità perché, da piccolo, ha imparato che l’autorità ( i
genitori, gli insegnanti, ecc.) avevano sempre ragione.
I
comportamenti tipici del rigido sono dettati dalla paura di rivivere
la ferita dell’ ingiustizia.
Indossando
la maschera del rigido pensa di evitare questa ferita.
Caratteristiche
della ferita da ingiustizia
Risveglio
della ferita: tra i quattro e i sei anni, con il genitore dello
stesso sesso. E’ convinto che deve fornire prestazioni elevate ed
essere perfetto. Blocco dell’ individualità.
Maschera:
rigido
Corpo: diritto,
rigido e più perfetto possibile. Ben proporzionato. Natiche rotonde,
vita piccola,stretta dagli abiti o dalla cintura. Movimenti
inflessibili, pelle chiara, mascella serrata, collo rigido,
portamento diritto e fiero.
Sguardo:
Luminoso, vivace, chiaro.
Modo
di esprimersi: “nessun problema, ottimo,benissimo, molto speciale,
giustappunto, esattamente, sicuramente, d’accordo?”
Carattere:
perfezionista, invidioso, taglia i ponti con quello che sente.
Incrocia spesso le braccia. Da prestazioni che mirano alla
perfezione. Troppo ottimista. Vivace e dinamico.Si giustifica molto.
Ha difficoltà a chiedere aiuto. Può ridere per niente, per
nascondere la sua sensibilità. Tono di voce secco e rigido. Non
ammette di sentire o di avere dei problemi.
Dubita
delle sue scelte, si paragona con gli altri. Difficoltà, in
generale, nel ricevere. Trova ingiusto se riceve meno degli altri, e
trova altrettanto ingiusto se riceve di più.
Non
rispetta i propri limiti, chiede troppo a se stesso. Si tiene sotto
controllo. Ama l’ ordine. Raramente si ammala. Chiede
troppo al suo corpo. Collerico, freddo, ha difficoltà a mostrare i
suoi affetti. Gli piace avere un aspetto sexy.
Massima
paura: la freddezza.
Alimentazione:
preferisce gli alimenti salati a quelli dolci. Si tiene sotto
controllo per non ingrassare. Si giustifica e prova vergogna quando
perde il controllo.
Possibili
malattie: esaurimento nervoso professionale, anorgasmia (nella
donna), eiaculazione precoce o impotenza nell’uomo. Può soffrire
di malattie che finiscono con “-ite”, come la tendinite, la
borsite, l’artrite, torcicollo, stitichezza, emorroidi, crampi,
problemi di circolazione, problemi epatici, varici, problemi di
pelle, nervosismo, insonnia, disturbi della vista.
Tratto
dal libro di Lise Bourbeau
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