Per
tutti trovare il raro quadrifoglio è come giocare a far parte ancora
del piano
della natura, dei suoi segni, dei suoi significati. Parlo
di gioco perché oramai nessuno più ascolta la natura, o quasi
nessuno, eppure tutti ne siamo parte integrante. Resta di fatto che
il bisogno di senso, di significati, di punti d’appoggio e di
ancoraggio è e rimane il grande retaggio della mente umana
imbrigliata nell’identità individuale e per ciò insicura e
fragile.
Ecco
che allora incontrare nel cammino il quadrifoglio è come trovarsi
davanti ad un dono, un segno, la risposta ad una speranza che entrerà
a far parte delle risposte esistenziali.
Per
mezzo di questo piccolo fiore, questo risvolto della natura, Tu, la
tua parte intuitiva dici a te stesso: Ascolta, sei presente? La vita
è qui oggi per te ascoltane il respiro, l’alito, e non volare via.
Sii presente.
Il
quadrifoglio in natura, manifesta infatti, un processo di
conservazione, di continuità. La pianta originale è composta di tre
foglie e di tanto in tanto qua e là ne aggiunge una: ed ecco il
quadrifoglio.
In
quell’ istinto di moltiplicazione, la natura tramite il
quadrifoglio esprime e conferma la sua volontà di sopravvivenza, di
solidità. Essa dice: ci sono e voglio rimanere. Quando non ci
saranno più quadrifogli, anche il trifoglio si estinguerà, si ,
perché la perfezione del tre (Sapere, Amore, Potere Creativo),
manifesta nel quattro la struttura, la materia, la solidità,
l’architettura, di conseguenza asserisce, puntualizza l’istinto
conservativo. Non è questo dunque un processo evolutivo inteso come
trasformazione dellaspecie ma sostanzialmente conservativo di una
specie, la perfezione diviene forma.
Inoltre,
le quattro foglie sono suddivisibili in otto: alcune specie di
quadrifogli presentano in ogni foglia un suddivisione alla loro
sommità in due semicerchi. Ebbene il numero otto, oltre a
rappresentare l’equilibrio, simboleggia anche l’infinito.
In
questo senso, questo aspetto della manifestazione del quadrifoglio
sul trifoglio è necessaria alla continuità infinita (e per infinito
intendo creazione infinita) nell’ambito della conservazione della
specie.
Ah,
quanta voglia di esserci, di esistere c’è in un quadrifoglio!!
Questa
pianta è inoltre altamente curativa, sia per animali che per l’uomo,
per l’apparato digestivo, più precisamente l’intestino, sede
delle energie primarie, fondamentali, dell’elemento terra (la
struttura, madre natura).
Il
quadrifoglio se ingerito “si prende cura dei suoi figli”.
Questa
pianta è simbolo innegabile della volontà di continuità e
persistenza della vita sulla terra, di amore e cura per questa
esistenza.
Il
nostro piccolo quadrifoglio ci riporta alla forza della mente che
ostinatamente vuol mantenersi compatta e solida, regina di ogni
scelta ma che per far questo necessita di cura e amore, di contatto
reciproco, di rapporto, di scambio vicendevole, di ascolto, di
attenzione, di sensibilità insomma.
Se la nostra attenzione ci ha
condotto al quadrifoglio potrebbe anche portarci a nutrire in noi la
riconoscenza per la semplicità e gratuità con cui la vita mostra
attraverso piccoli segni, messaggi più profondi quale ad esempio
quello dell’unità, messa in atto nello scambio reciproco, fra il
tutto (mondo, natura) e le sue parti.
Maturare in noi quella cura e
quell’amore, quella semplicità e sensibilità, potrebbero condurci
a sciogliere parte del bisogno di solidità e di sicurezza, poiché
nell’amare abbiamo amato noi stessi, amandoci ci sentiamo a casa,
la casa che si trova in noi e la fragilità e la sensibilità non
sono più un pericolo bensì la forza che ci porta a crescere.
Se
analizziamo più a fondo e ci chiediamo dove e a chi è apparso il
quadrifoglio, la risposta ci conduce inevitabilmente alla mente. Il
piccolo fiore è apparso in noi perché noi stessi con la sensibilità
che ci è propria, l’abbiamo visto, l’abbiamo notato, l’abbiamo
manifestato. Si la mente come parte della totalità e come mente
individuale per sua natura innata, in quanto nata dalla totalità
stessa ambisce a ritrovarsi, ad auto riconoscersi come parte
integrante del tutto ed a ricongiungersi alla sua fonte, quindi ad
evolvere, perché evoluzione significa reintegrazione delle parti,
nell’unità primaria.
L’evoluzione,
al contrario di ciò che si potrebbe pensare non è uno srotolare nel
tempo e nello spazio la matassa delle esperienze bensì involvere lo
spazio-tempo verso l’interno per ritrovare l’origine del
manifesto. Ecco quindi che nel quadrifoglio inconsciamente abbiamo
creato il segnale per riconoscere alcuni segmenti della nostra mente,
alcune qualità già insite in noi stessi che noi abbiamo chiamato
fortuna proiettandole negli eventi temporali del vivere.
E’
l’amore di sè che ti spinge a creare i quadrifogli, è la voglia
di continuare ad esistere, ad amare, a crescere che genera la così
detta fortuna. E’ l’energia del mantenimento esplicata nel
quattro che dice si, voglio esserci, voglio continuare ad esistere.
Nelle
immagini che rappresentano Maria, madre di Gesù viene sempre
rappresentato anche il simbolo del quadrifoglio. La Madre Divina
viene vista e pregata da chiunque per le qualità di benevolenza,
aiuto, guarigione, Grazia, sostegno, perdono, tenerezza, e infiniti
altri appellativi che tutti riportano alla volontà di vivere, di
mantenimento dell’Amore Infinito Autore della manifestazione, nelle
sue qualità migliori.
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