Il saggio e la torre del demone



Il saggio e la torre del demone

Molto tempo fa in un mare caldo dove il vento soffiava sempre dolcemente,c’era un’isola dal clima mite ricca di ulivi che ricoprivano di verde le sue distese sabbiose.

Su di essa sorgeva la città di Zaramunda che sebbene non fosse ricca od importante quanto le altre città presenti sul continente,perlomeno permetteva ai suoi abitanti di vivere dignitosamente,una cosa piuttosto rara nel grande impero nordico di cui Zaramunda e i suoi abitanti erano stati costretti a far parte.
A poche ore di cammino dalla città viveva in una casa modesta un saggio molto amato dagli abitanti dell’isola,poiché a differenza di quasi tutti gli altri saggi del mondo,era talmente appagato dalla propria saggezza da non avere il minimo desiderio d’imporla alle altre persone,che così potevano continuare a vivere in pace nelle tenebre della loro ignoranza.
Un giorno mentre si recava al mercato,sentì parlare di una torre misteriosa che qualche tempo prima era apparsa durante la notte su una delle isole vicine:da quel giorno molti eroi avevano tentato di svelarne i suoi segreti,ma tutti ne erano usciti impazziti.
Alcuni di loro passavano il resto della loro vita ad urlare disperati,mentre altri perdevano ogni voglia di vivere chiudendosi nell’apatia fino alla fine dei propri giorni.
Ascoltando meglio le conversazioni della gente,il saggio ebbe l’impressione che questa torre fosse abitata da un demone e perciò decise di andare al tempio del Dio dai mille volti per chiedere delle informazioni al suo sommo sacerdote,poiché se c’era qualcuno in grado di aiutarlo grazie alla sua conoscenza del soprannaturale, era senz’altro chi lo frequentava tutti i giorni per motivi di lavoro.
Con grande delusione del saggio il sommo sacerdote non poté aiutarlo più di tanto:
In verità non sappiamo neppure se lì dentro ci sia un demone,ma da quello che abbiamo letto all’ingresso della torre ci sono pochi dubbi sul fatto che sia abitata da un essere incredibilmente malvagio. Saggio,se tieni alla tua anima immortale evita di andare in quel posto,poiché quello che si trova la dentro ha fatto impazzire persone molto più salde di te”.

Ovviamente il saggio uomo ignorò i saggi consigli del pio uomo di fede e perciò prese la sua barca per raggiungere l’isola del demone:il mare era calmo e il sole splendeva alto nel cielo senza essere troppo caldo,come se volesse ammirare lo strano spettacolo di quell’uomo indifeso che senz’armi o incantesimi andava a combattere un male più grande di lui.
Dopo alcune ore di viaggio calmo,il saggio raggiunse un’isola rocciosa dove in cima ad una collina brulla a picco sul mare sorgeva un’alta torre di pietra:camminando senza fretta salì e raggiunse l’ingresso della torre,senza che nulla tentasse di fermarlo.

Alla fine si trovò davanti ad un arco che dava sull’oscurità,in cima a cui c’era un’iscrizione scritta con dei caratteri stranieri ma familiari allo stesso tempo.

Io sono il nemico dell’uomo,io porto il dolore,io uccido i suoi figli,distruggo i suoi imperi e dono a lui la miseria spegnendone la felicità.
Chi mi affronta si unirà a me,nessuno può vincermi senza distruggere sé stesso”.

Il saggio proseguì per nulla intimorito dagli ammonimenti scritti nella pietra e si trovò davanti una scala a chiocciola che proseguiva nella viscere della terra.
Scendendo lentamente raggiunse il cuore sotterraneo della torre e qui finalmente trovò il demone che l’attendeva pazientemente.

Un attimo prima tutto era immerso nel buio,ma poi si accese una luce e il saggio vide il volto del demone moltiplicarsi e cambiare più volte:
il demone aveva il suo stesso volto perché l’intera stanza era piena di specchi di diverse forme e dimensioni,e guardando la sua immagine moltiplicata e distorta il saggio capì perché molte persone fossero impazzite:
ogni specchio infatti mostrava il vero nemico di ciascuno di noi e questa rivelazione aveva distrutto la mente di chi è invece è abituato a cercare il male al di fuori di noi stessi.
Poi il saggio sorrise dolcemente e il demone divenne all’improvviso meno minaccioso,anzi sembrava essere diventato quasi bonario.
Il saggio risalì respirando a pieni polmoni e dopo aver preso un pezzo di carboncino scrisse sul muro sotto all’iscrizione
Come posso distruggerti posso anche darti la felicità,purché ricordi che tu sei quello che scegli di essere”.
Con grande sorpresa dei cittadini di Zaramunda tornò a casa calmo,senza essere né più saggio né più folle di prima (forse perché alla fine la grande saggezza e la grande follia non sono che due espressioni dello stesso viso).
Per parecchio tempo tutti si chiesero cosa fosse accaduto nella torre,ma poi smisero di farlo quando alla fine la torre crollò di notte durante un terremoto.
Ormai sono passati diversi secoli e anche se il destino del saggio è stato inghiottito dalle nebbie del tempo,sull’isola si possono trovare ancora le rovine della torre che al contrario di questa storia non è sopravvissuta alla devastazione del tempo.

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