Una
studentessa di informatica è stata sottoposta a un intervento
chirurgico in Costa Rica dove è morta, ha vissuto nell'aldilà, poi
è tornata nel suo corpo all'obitorio.
Graciela
H.
condivide la sua storia sul sito
Near
Death Experience Research Foundation.
(Questa
storia non è stata verificata in maniera indipendente.)
Rianimazione
polmonare (Shutterstock)
DURANTE
L'OPERAZIONE
Ho visto i medici che lavoravano velocemente su
di me. ... Erano agitati.
Hanno
guardato i miei segni vitali e mi hanno fatto una rianimazione
cardiopolmonare.
Ognuno di loro ha cominciato a lasciare
lentamente la stanza. Non ho capito perché si comportavano così.
Tutto era tranquillo. Ho deciso di alzarmi.
Solo il mio medico si trovava ancora sul posto, guardava il mio
corpo. Ho deciso di avvicinarmi, ero in piedi vicino a lui, sentivo
che era triste e che la sua anima soffriva.
Ricordo che gli ho toccato la spalla, poi se
n'è andato.
Il mio corpo ha cominciato ad elevarsi ed
elevarsi, posso dire di essere stata trasportata da una strana forza.
È
stato fantastico, il mio corpo
stava diventando più
leggero.
Mentre passavo attraverso il tetto della sala operatoria, ho scoperto
che riuscivo a muovermi ovunque volessi.
Sono
stata portata in un posto dove... le nuvole
erano brillanti,
una stanza o uno spazio... Tutto intorno a me era chiaro, molto
luminoso e il mio corpo si riempiva d'energia,
gonfiando il mio petto di felicità.
…
Ho
guardato le mie braccia, avevano la stessa forma degli arti umani, ma
composte da una materia differente. La materia era come un gas bianco
mescolato con un bagliore
bianco,
un bagliore argenteo, bagliore
perla
intorno al mio corpo.
Ero
bella.
Non avevo uno specchio per guardarmi in faccia, ma io... potevo
sentire che il mio viso era carino, ho visto le mie braccia e le mie
gambe, avevo un abito
bianco,
semplice, lungo, fatto di luce... La mia voce era come quella di un
adolescente mischiata con il tono di voce di un bambino…
Un
angelo (Shutterstock)
All'improvviso
una luce
più chiara
del mio corpo si è avvicinata... La sua luce mi abbagliava…
Egli ha detto con una voce... molto bella:
«Non sarai in grado di continuare»...
Ricordo
che parlavo
la sua stessa lingua con
la mente,
anche lui parlava con la sua mente.
Ho
pianto perché non volevo tornare indietro, allora mi ha presa, mi ha
abbracciata... È rimasto tranquillo tutto il tempo, mi ha dato
forza. Sentivo amore
ed energia.
Non esiste un amore e una forza in questo mondo comparabile a quella…
Egli
ha detto:
«Sei
stata mandata
qui per sbaglio,
lo sbaglio di qualcuno. Hai bisogno di tornare indietro...
Per venire qui, è necessario realizzare
molte cose... Cerca di aiutare più persone»...
ALL'OBITORIO
Ho
aperto gli occhi, tutto intorno c'erano porte metalliche, persone su
tavoli
di metallo,
un corpo aveva un altro corpo sulla parte superiore. Riconobbi il
posto: ero nella camera mortuaria.
Sentivo il ghiaccio sulle ciglia, il mio corpo
era freddo. Non riuscivo a sentire nulla... Non ero nemmeno in grado
di muovere il collo o parlare.
Mi sentivo assonnata...
Due o tre ore dopo, ho sentito delle voci e ho
riaperto gli occhi. Ho visto due infermieri...
Sapevo cosa avrei dovuto fare... un contatto
visivo con uno di loro.
Avevo appena la forza di sbattere un paio di
volte le palpebre e l'ho fatto. Mi è costata tanta fatica.
Una delle infermiere mi ha guardata
spaventata... dicendo al suo collega:
«Guarda,
guarda, sta
muovendo gli occhi».
Ridendo lui ha risposto: «Andiamo, questo
posto fa paura».
Dentro di me stavo urlando 'Per favore , non
lasciatemi!'.
Non ho chiuso gli occhi fino a quando non sono
venute delle infermiere e dei medici.
Tutto quello che ho sentito è qualcuno dire:
«Chi ha fatto questo?
Chi ha mandato questo paziente all'obitorio?
I medici sono pazzi».
Ho chiuso gli occhi quando sono stata sicura di
essere lontano da quel posto. Mi sono svegliata solo tre o quattro
giorni dopo.
Ho dormito molto per un po' di tempo... Non
riuscivo a parlare. Il quinto giorno ho cominciato a muovere le
braccia e le gambe... di nuovo…
I
medici mi hanno spiegato che ero stata mandata all'obitorio
per errore...
Mi hanno aiutata a camminare di nuovo, con la terapia.
Una delle cose che ho imparato
è che non c'è tempo da perdere a fare cose sbagliate,dobbiamo fare
tutto il bene per il nostro bene... dall'altra parte, è come una
banca, più si mette, più si otterrà alla fine.
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